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Terremoti: Giappone, proseguono le ricerche dei 13 dispersi

Bilancio è di 41 vittime, oltre 400 scosse di assestamento

Redazione Ansa

Proseguono oggi le ricerche di eventuali sopravvissuti al terremoto nella provincia di Kumamoto, mentre aumenta il rischio di frane a causa delle piogge torrenziali abbattutesi sulla regione dalla scorsa notte. Nel villaggio di Minamiaso colpito da una valanga, 2.000 soccorritori lottano contro il tempo alla ricerca di almeno 13 persone che secondo l'agenzia di polizia nazionale risultano disperse. Il bilancio totale delle vittime a partire da giovedì è fermo a 41 morti accertati, 32 dei quali causati dalla scossa principale di magnitudo 7,3 avvenuta nelle prime ore di sabato notte. Secondo le stime della prefettura locale quasi 184.000 persone sono ospiti degli 855 centri di accoglienza disposti dalle autorità. Il governo punta ad aumentare il numero delle forze di polizia fino a 25.000 unità e ha accettato l'offerta di assistenza per la ricognizione aerea dalle forze militari statunitensi. Nella prefettura di Kumamoto fino a 450.000 abitazioni sono prive di elettricità e ad almeno 100.000 manca il gas.

Le interruzioni delle principali arterie ferroviarie e autostradali amplificano la gravità della situazione, con i prevedibili riflessi sulla catena produttiva delle imprese presenti sul territorio. Le ultime valutazioni parlano di 415 scosse di assestamento nell'area a partire dal primo sisma di giovedì sera, 4 delle quali superiori ad una magnitudo 6. Gli scienziati adesso temono che l'attività sismica nell'isola del Kyushu possa innescare una reazione a catena su altre faglie attive che si estendono a est dell'arcipelago. Un numero elevato di fratture punteggiano la fenditura Beppu-Shimabara, capace di attraversare l'intera isola del Kyushu da est a ovest estendendosi fino alla Linea Tettonica Mediana.

Quest'ultima è la più lunga del paese: si estende circa 1.000 km dalla pianura del Kanto, percorrendo da est a ovest Gunma, Nagano, la prefettura di Tokushima e l'intera isola del Kyushu nel sud dell'arcipelago. Secondo Ichiro Kawasaki, professore emerito di Sismologia all'Università di Kyoto, in base allo spostamento dell'epicentro osservato dal primo terremoto di giovedì è lecito pensare che il movimento di una faglia possa risvegliare altre fratture, aumentando la pressione su una estesa linea.

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