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Il servizio di Cheffou, musulmani maltrattatti

A luglio 2014 video su Youtube da centro di detenzione

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Redazione Ansa

Faysal Cheffou, il giornalista indipendente sospettato di essere "l'uomo col cappello" dell'attentato all'aeroporto di Bruxelles e oggi rilasciato, il 21 luglio 2014 aveva postato su YouTube un servizio in cui denunciava maltrattamenti sui migranti clandestini musulmani detenuti nel centro 127 bis in Belgio.

In quel video, realizzato - secondo il titolo di testa - alle 1:46 del 15 luglio 2014 dall'esterno del centro a Steenokkerzeel (villaggio a pochi chilometri a est di Bruxelles, nei pressi di Zaventem) si sentivano le grida degli internati e Faysal spiegava che essi protestavano perché "privati del cibo".

Il giornalista spiegava che nel centro i pasti venivano serviti tre volte al giorno, l'ultima delle quali alle 19 troppo presto per i detenuti musulmani che - essendo nel regime di digiuno imposto dal Ramadan tra l'alba ed il tramonto - potevano mangiare solo dopo le 22, quando i pasti erano già stati ritirati. Nel video Cheffou denunciava una "violazione dei diritti umani".

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