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Siria: arrivo cibo per Madaya e altri centri assediati

Ma centinaia di migliaia di civili restano alla fame

Redazione Ansa

Cibo e medicine hanno cominciato oggi ad arrivare in tre località siriane assediate, tra le quali Madaya, la cittadina solo 24 chilometri a nord-ovest di Damasco dalla quale nei giorni scorsi sono state diffuse le fotografie di persone ridotte alla fame che hanno scioccato il mondo. Due convogli umanitari organizzati dalla Mezzaluna rossa hanno potuto raggiungere all'imbrunire Madaya, popolata in maggioranza da sunniti e circondata da forze governative e del movimento sciita libanese Hezbollah, e Fuaa e Kafraya, nella provincia nord-occidentale di Idlib, dove la popolazione sciita è assediata da forze ribelli sunnite. Ma gli aiuti, che dovranno bastare per circa un mese, verranno distribuiti in tutto solo a 60.000 persone, una piccola parte del totale di 400.000 civili che secondo l'Onu sono ridotti alla fame in varie aree del Paese poste sotto assedio dall'una o dall'altra parte. Nel frattempo, nuove stragi di bambini sono segnalate nella provincia di Aleppo, nel nord della Siria. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) 9 sono morti in un raid aereo russo su una scuola, insieme a diversi loro insegnanti, mentre altri 3 sono stati uccisi da colpi di mortaio sparati da insorti. I primi camion che trasportavano gli aiuti sono entrati a Madaya e nelle due località sciite quando faceva già buio, ma altre decine dovrebbero essere fatti entrare e scaricati in operazioni che potrebbero andare avanti per quasi tutta la notte. A Madaya, secondo l'organizzazione Medici senza Frontiere, sono almeno 23 le persone morte di fame dall'inizio di dicembre. Mentre attivisti locali hanno detto che molti dei 40.000 abitanti sono costretti a sopravvivere nutrendosi di cani, gatti e addirittura delle foglie degli alberi. Il dramma di Madaya ha attirato l'attenzione della comunità internazionale su una realtà molto diffusa nel conflitto civile siriano, che prosegue da quasi cinque anni. Vale a dire l'uso della fame come arma contro le popolazioni civili. Così come della propaganda, da una parte e dall'altra. Sostenitori del governo siriano e un alto dirigente del movimento libanese Hezbollah, tra l'altro, hanno messo in dubbio l'effettiva provenienza da Madaya della fotografie diffuse in rete nei giorni scorsi dagli attivisti, in cui si vedono bambini e adulti ridotti quasi a scheletri. Intanto si avvicina la data del 25 gennaio, quando delegazioni del governo e delle opposizioni dovrebbero tornare a incontrarsi a Ginevra per cercare una soluzione politica al conflitto. Il coordinatore della rappresentanza dei gruppi anti-governativi, Riad Hijab, è stato ricevuto oggi a Parigi dal presidente francese Francois Hollande, il quale ha ribadito che il presidente siriano Bashar al Assad "non può avere un ruolo" nel futuro della Siria. Da parte sua, Hijab ha detto che le opposizioni "non possono negoziare con il regime mentre forze straniere bombardano il popolo siriano".

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