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Governo libico: abbiamo ripreso Bengasi

Il generale Haftar sfila nel centro della città

Redazione Ansa

(di Laurence Figà-Talamanca)

 "Abbiamo riconquistato il centro di Bengasi". A due settimane dall'inizio dell'offensiva "decisiva" delle forze filogovernative contro Ansar al Sharia e le milizie sue alleate, il portavoce dell'esercito libico, Mohammed Hegazi, ha annunciato la presa della città. E l'ex generale, Khalifa Haftar, un tempo rinnegato, oggi a guida della principale forza anti-jihadisti, "ha sfilato in parata lungo la strada Gamal Abdel Nasser, nel cuore di Bengasi".
La battaglia  è stata cruenta, riferiscono i media libici, con almeno 16 morti tra i due fronti e tra i civili. Gli abitanti di alcune zone si sono infatti uniti agli uomini di Haftar, in una guerra strada per strada. I combattimenti sono stati particolarmente aspri nei distretti di Al-Salmani e Al-Saberi. Sin dalle prime luci del giorno ieri Bengasi è stata scossa da violente esplosioni. Alcuni razzi Grad sono piovuti anche sui quartieri circostanti e testimoni hanno parlato di raid aerei dell'esercito libico sulle postazioni jihadiste.
Solo pochi giorni fa, i militari avevano annunciato di aver preso il controllo del campo "17 febbraio", il più grande delle milizie, e di aver liberato i 90% della città, ex culla della rivolta contro Muammar Gheddafi, precipitata negli ultimi mesi nella violenza, la peggiore dalla caduta del regime. E ieri fonti del Parlamento, costretto dalle milizie filoislamiche di Misurata che controllano Tripoli a insediarsi a Tobruk, avevano assicurato, con un certo ottimismo, che nei prossimi 10 giorni la Camera dei rappresentanti - eletta a giugno e riconosciuta dalla comunità internazionale - si sarebbe potuta trasferire a Bengasi e riunirsi in un resort turistico vicino all'aeroporto di Benina, lo scalo del 'capoluogo' della Cirenaica.
Ma la battaglia per Bengasi non è ancora finita. In alcune aree si continua a combattere e lo stesso Hegazi ha avvertito che le milizie stanno ricevendo rifornimenti di armi e munizioni da Misurata. E non è finita neanche a Tripoli, dove di fatto 'regna' un governo parallelo e la città è in preda alle violenze dei gruppi armati che nei mesi scorsi hanno costretto le cancellerie di mezzo mondo a evacuare i propri cittadini.
I jihadisti di Ansar al Sharia, vicini all'Isis, hanno inoltre creato un "califfato" a Derna, a est di Bengasi, e imposto istituzioni ispirate alla sharia. Poco lontano dal confine con l'Egitto, dove le forze armate egiziane - già alle prese con il terrorismo jihadista nel nord del Sinai - si dicono pronte ad affrontare qualunque tipo di minaccia possa varcare la frontiera della Libia.

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