Economia

E' morto il petroliere Gian Marco Moratti, numero uno della Saras

L'imprenditore, fratello di Massimo Moratti e marito di Letizia Moratti, è scomparso all'età di 81 anni per una malattia

Redazione Ansa

 Se ne è andato a 81 anni dopo una lunga malattia, Gian Marco Moratti, principale esponente di una delle poche grandi famiglie imprenditoriali italiane che sono sopravvissute al Novecento. Un'esistenza animata dalla dedizione al lavoro e dalla passione per l'Inter, entrambe ereditate dal padre Angelo e condivise con il fratello Massimo. Ma anche dall'impegno sociale, con la convinta adesione al progetto di recupero della comunità di San Patrignano, di cui è stato il più importante finanziatore.

Gian Marco Moratti, imprenditore petrolifero, esponente di quella borghesia milanese che faceva della sobrietà e della riservatezza l'unica virtù da esibire, era presidente della Saras, azienda proprietaria di una delle più grandi raffinerie d'Europa e marito di Letizia, ex ministro dell'Istruzione e sindaco di Milano tra il 2006 e il 2011, ora presidente di Ubi Banca. Da lei aveva avuto due figli, Gilda e Gabriele, dopo quelli, Angelo e Francesca, frutto del primo matrimonio con la scrittrice e giornalista Lina Sotis. Con il fratello Massimo ha seguito le orme del padre Angelo, presidente della 'grande Inter' di Helenio Herrera che agli inizi degli anni '60 vinse tutto e fondatore nel '62 della raffineria di Sarroch, inaugurata nel 1966 dall'allora ministro dell'Industria, Giulio Andreotti.

Nato a Genova nel '36, laurea in legge a Catania, è stato presidente del club nerazzurro, ma a lui, più schivo del fratello, è stata destinata la guida delle attività petrolifere, per le quale è stato nominato cavaliere del lavoro nel 1992. E' stato anche presidente dell'Unione petrolifera e consigliere del Corriere della Sera e di Bnl. Se è vero che Saras - con i suoi 2 mila dipendenti - ha portato lavoro e speranza in terra sarda, è anche vero che nei suoi confronti non sono mancate le accuse di inquinamento. Mentre l'approdo in Borsa nel 2006, che valse alla famiglia Moratti un assegno da 1,7 miliardi, fu seguito dalle polemiche per il rapido crollo del titolo. La pagina più triste è stata però quella dei tre operai morti nel 2009 mentre pulivano una cisterna. Un fatto per cui la Saras è stata assolta ma alcuni suoi dirigenti condannati in appello per omicidio colposo.
   

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