Economia

Pressione fisco cala ma è ancora al 43,2% nel secondo trimestre

Istat, scende di 0,1 punti su base annua. Nei sei mesi al 41,1%. Deficit giù

Una busta paga in una foto d'archivio

Redazione Ansa

La pressione fiscale nel secondo trimestre si è attestata al 43,2%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo rileva l'Istat, segnalando per il complesso dei primi sei mesi un valore pari al 41,1%, lo stesso registrato anche per la prima parte dello scorso anno. 

Deficit giù, secondo trimestre a 0,9% - Il rapporto deficit Pil nel secondo trimestre è risultato pari allo 0,9%, inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014. Lo rileva l'Istat, che nel complesso registra per i primi sei mesi del 2015 un indebitamento netto pari al 3,2% del Prodotto interno lordo, anche in questo caso in calo (dal 3,5%).

Giù spesa interessi passivi e redditi - La spesa per interessi passivi sul debito pubblico nel secondo trimestre è scesa del 3,5% su base annua, ovvero di 746 milioni di euro. Lo rileva l'Istat, che guardando a tutto il primo semestre registra un calo ancora più forte (-8,1%). In riduzione anche gli esborsi per i redditi da lavoro dipendente (-1% il trimestre, -0,8% il semestre). In generale nel secondo trimestre le uscite totali sono aumentate dello 0,3% in termini tendenziali, spinte dai consumi intermedi e dalle prestazioni sociali in denaro.

Sale il potere d'acquisto delle famiglie - Il potere di acquisto delle famiglie, ovvero il reddito in termini reali, nel secondo trimestre del 2015 risulta in aumento dello 0,2% sul trimestre precedente e dell'1,1% su base annua. Lo rileva l'Istat, registrando una crescita del reddito in valori correnti dello 0,5% a livello congiunturale, che diventa un +1,3% nel confronto annuo.

Cresce la spesa per le famiglie - Nel secondo trimestre la spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, è aumentata dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% su base annua. Lo rileva l'Istat segnalando un calo congiunturale di 0,2 punti percentuali nella propensione al risparmio (all'8,7%) che però risulta in aumento su base tendenziale (+0,5 punti).
   

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