Economia

Lavoro: Bonanni, affrontare precarietà o solo bluff

Sacconi: lo statuto dei lavoratori deve essere riscritto

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni

Redazione Ansa

"Se vogliamo affrontare in modo vero la precarietà dei giovani, la Cisl è disponibile ad una riforma, a condizione che tagli fuori le false partite Iva e tutti i contratti di collaborazione che attualmente rendono precari i giovani". Così il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni interpellato dall'ANSA. "Se non si fa questo - sottolinea - è tutto un bluff".

"Non vorrei che più che affrontare i nodi veri dell'economia italiana, si vada ad individuare l'ennesima trovata per far vedere che l'Italia è in movimento, ma sarà il solito movimento senza spostamento dei dati che contano, che sono i dati economici". Così il leader della Cisl Bonanni sul dibattito sulla modifica dell'art. 18. Bonanni chiede per questo al ministro del Lavoro e al governo i dati sul monitoraggio su come sono state gestite le controversie negli ultimi tre anni dalla riforma: "la discussione o parte da dati reali o si rischiano molte chiacchiere". "Il problema non è se sia necessario o meno modificare l'art. 18, ma capire per fare cosa e partendo da quale considerazione", osserva Bonanni interpellato dall'ANSA. Due anni e mezzo fa è stata fatta una modifica dell'art.18 e da allora, spiega il leader della Cisl, "quelle poche migliaia di controversie esistite, per la stragrande maggioranza sono state regolate attraverso l'arbitrato". Per questo Bonanni chiede al governo di conoscere i dati, "per trasparenza e per arrivare ad una discussione seria". "Questa storia sta diventando un contenzioso tra forze politiche che piantano una bandierina, ma non sulle cose" reali.

Sacconi, Statuto lavoratori deve essere riscritto - "La riforma del mercato del lavoro deve coniugare la parte già approvata e dedicata ad una più estesa e migliore tutela attiva dei disoccupati con una significativa riscrittura dello Statuto dei lavoratori". E' quanto dichiara in una nota Maurizio Sacconi, capogruppo Ncd al Senato e presidente della commissione Lavoro. "Senza questa seconda parte la riforma risulterebbe irrilevante ai fini della rimozione di uno dei fondamentali fattori frenanti della propensione ad investire in Italia. Non si tratta quindi solo di rivedere le tipologie contrattuali ma di cambiare i contenuti della regolazione del contratto che vogliamo resti quello più diffuso. Il contratto a tempo indeterminato. E aldilà dei dissensi interni alla maggioranza che si produrrebbero, si determinerebbe inevitabilmente un giudizio negativo della Commissione europea e della Banca centrale europea che da tempo chiedono all'Italia questa riforma strutturale perché valga la regola "aiutati che Bruxelles ti aiuta"", conclude.

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