Economia

Australia: banche chiedono protezione da truffe online

Con obblighi a operatori di social media di proteggere utenti

Redazione Ansa

(ANSA) - SYDNEY, 27 MAR - Le banche australiane chiedono ai parlamentari federali di obbligare per legge gli operatori di social media, a partire da Meta e Apple, che accusano di non proteggere gli utenti da raggiri online, a sottoscrivere nuovi codici obbligatori anti-truffa. La direttrice esecutiva dell'Australian Banking Association Anna Bligh, che rappresenta 20 banche incluse le 'big four' - Commonwealth Bank, Westpac, ANZ e National Australia Bank - in una lettera ai parlamentari scrive che il 68% delle perdite per truffa nel quarto trimestre 2023 erano originate da contatti a mezzo di social media, telefono e email. "E' per questo che il prossimo passo deve essere una legislazione nazionale per stabilire codici obbligatori con chiari obblighi su banche, compagnie di telecomunicazione e piattaforme digitali, per proteggere gli australiani dalla piaga degli scam", scrive. "Questo richiederà uno sforzo collettivo per meglio proteggere gli australiani da truffe, che può essere efficace solo se ogni parte della catena si impegna il più seriamente possibile", aggiunge. Un sondaggio commissionato dall'Australian Banking Association il mese scorso mostra che, rispettivamente, solo il 27% e il 40% degli australiani ritengono che Facebook e Google, educhino adeguatamente gli utenti su come proteggersi da truffe, sviluppando piattaforme e sistemi sicuri per minimizzarle. E gli ultimi dati del National Anti-scam Centre indicano che le perdite per raggiri originati da piattaforme di social media hanno registrato un'impennata del 66%, da 56 milioni di dollari australiani nel 2021 a 93 milioni nel 2023 (da 34 a 40 milioni di euro).
    Il governo laburista federale ha indicato che introdurrà fra breve una normativa su un codice obbligatorio anti-truffe, delineando le responsabilità del settore privato, in particolare comunicazioni, piattaforme digitali e compagnie telefoniche. I rapporti sono divenuti molto tesi tra il governo Albanese e Meta, dopo che la compagnia ha rescisso unilateralmente l'accordo con gli organi di stampa australiani sul pagamento per i loro contenuti. Sotto il Media Bargaining Code, Meta e Google avevano stretto accordi con le aziende dei media nel 2021 per un valore combinato di 250 milioni di dollari l'anno (150 milioni di euro) per gli editori, che era in scadenza nella seconda metà del 2024. (ANSA).
   

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