(ANSA) - MILANO, 26 LUG - Le banche e gli intermediari
italiani hanno ancora molta strada da fare per adeguarsi alla
direttiva Mifid 2 e alle sue prescrizioni in termini di
trasparenza sui costi legati ai servizi di investimento. E'
quanto emerge da una ricerca condotta da Moneyfarm, società di
gestione del risparmio digitale, in collaborazione con la School
of Management del Politecnico di Milano, che hanno analizzato il
l'offerta di 20 fra i più importanti intermediari in Italia.
La ricerca, si legge in una nota, evidenzia che il 75% della
documentazione relativa alla consulenza sugli investimenti e
alla gestione dei portafogli non è completa, che in circa l'80%
dei casi non è chiaro l'effetto complessivo dei costi sui
rendimenti e che bisogna spesso recarsi in filiale per avere
informazioni. E anche in questo caso emerge una certa difficoltà
nell'ottenere e interpretare i dati a causa "di una
presentazione spesso verbale e generica", a dispetto del fatto
che la legge obblighi a informare preventivamente i clienti.
La ricerca per ora si è focalizzata solo sull'informazione
'ex ante', in quanto al 30 giugno scorso numerosi intermediari
non avevano ancora provveduto alla rendicontazione, nonostante
gli obblighi della Mifid 2 siano in vigore da gennaio 2018, al
punto che la Consob, lo scorso 28 febbraio, si è sentita in
dovere di rivolgere a banche e gestori un richiamo di
attenzione, sollecitandone il rispetto.
"Dall'analisi emerge che, per quanto riguarda l'Italia, a più
di un anno dall'entrata in vigore della direttiva, il primo
passo, quello che riguarda la trasparenza delle informazioni a
tutela dell'investitore, sembra non essere ancora stato
completamente fatto. I risultati della prima parte del nostro
lavoro sulle informative ex-ante, fanno infatti emergere un
quadro migliorabile", ha commentato Giancarlo Giudici,
professore associato del Politecnico.(ANSA).
Risparmio: Moneyfarm-PoliMi, carenze su trasparenza costi
Ricerca su 20 banche per informazioni prescritte da Mifid 2