(ANSA) - ROMA, 28 MAR - La crisi pandemica ha obbligato le
imprese a ripensare il proprio business sia in termini di
digitalizzazione che di internazionalizzazione, con investimenti
sul digitale, e in particolare nella cybersecurity, che sono
aumentati. Tuttavia il sistema delle imprese italiane, a livello
di complessivo e al netto delle eterogeneità, "ancora deve fare
strada per la transizione digitale".
E' la sintesi fatta da Stefano Costa, primo ricercatore
presso il Servizio per l'analisi e la ricerca economica e
sociale
dell'Istat, sui risultati del 'Rapporto sulla competitività dei
settori produttivi' dell'istituto statistico.
Il rapporto evidenzia che "la maggioranza delle imprese
adotta meno di tre tecnologie". Da un "Indicatore di dinamismo
strategico" che sintetizza i comportamenti delle imprese con
almeno 10 addetti nel periodo 2019-2021 in termini di
propensione a innovare, a investire in tecnologia e formazione
del personale e in organizzazione aziendale, 2022 emerge un
sistema "dualistico": quasi il 60% delle imprese era a dinamismo
basso o medio-basso, ma spiegava meno del 25% del valore
aggiunto e poco meno di un terzo degli addetti; il 22,3% delle
imprese più dinamiche generava oltre il 50% del valore aggiunto
e circa il 44% dell'occupazione complessiva. Tale dualismo,
inoltre, si è accentuato tra il 2018 e il 2022.
Il grado di dinamismo delle imprese italiane tende ad
aumentare al crescere delle dimensioni aziendali; tuttavia un
assetto strategico più complesso non è preclusa alle unità di
minore dimensione (oltre 37mila unità ad alto o medio-alto
dinamismo impiegano meno di 50 addetti). (ANSA).
Istat, ancora strada da fare per digitalizzazione imprese
Meno di tre tecnologie per la maggioranza delle aziende italiane