Economia

Manovra: Cna, divario con il nord del Paese aumenterà

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANZARO, 09 DIC - "Va data continuità agli incentivi per investimenti e innovazione, proprio in ragione delle difficoltà contingenti, non può essere questo il momento di allentare gli strumenti a sostegno delle imprese". E' quanto afferma il presidente regionale della Cna Giovanni Cugliari in un appello ai parlamentari calabresi.
    "Il cosiddetto pacchetto Impresa 4.0 - prosegue - ha dimostrato di essere in grado di supportare processi di investimento e percorsi di crescita delle imprese, e le modifiche apportate al Piano con l'ultima legge di bilancio hanno delineato correttamente una proiezione temporale conferito linearità e coerenza agli interventi, in linea con le esigenze di programmazione delle imprese, ma mancano dal primo gennaio 2023 il cosiddetto superammortamento 'generalista' e il credito d'imposta Formazione 4.0, mentre è stata prevista una progressiva diminuzione delle aliquote per tutte le altre misure, che rappresenterebbe un freno significativo per le imprese che hanno esigenze di riqualificazione innovativa.
    Serve, a nostro avviso, un potenziamento delle aliquote agevolative, e uno sforzo ulteriore per sostenere le misure più trasversali, quali l'ex superammortamento, così come occorre garantire continuità ad un'altra misura più trasversale, come la Nuova Sabatini, funzionale ad un coinvolgimento a più ampio spettro del nostro sistema produttivo. Ravvisiamo, inoltre, l'opportunità di rifinanziare la misura Voucher per consulenza in innovazione, un intervento che, in coerenza con il Piano nazionale 'Impresa 4.0', sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l'introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell'impresa, compreso l'accesso ai mercati finanziari e dei capitali. In merito all'intensità delle misure stesse, vorremmo venisse perseguita la differenziazione tra micro, piccola e media impresa, volta a potenziare maggiormente l'aiuto alle imprese di più piccole dimensioni, per le quali più forte deve essere lo stimolo ad intraprendere progetti di sviluppo, se si intende favorirne la crescita. Segnaliamo altresì l'esigenza di una riforma degli incentivi alle imprese, il sistema delle agevolazioni, dai contributi a fondo perduto ai bonus di diversa natura, è un labirinto: difficile conoscere cosa si nasconde, qual è la strada da seguire, come si arriva all'uscita. Le innumerevoli possibilità per le aziende si traducono in un volume di agevolazioni ancora troppo basso: barriere comunicative e difficoltà di gestione sono due dei principali ostacoli su cui sarà necessario intervenire. Le dinamiche del credito negli ultimi 2 anni e mezzo sono state influenzate dalle misure straordinarie messe in campo per attenuare gli effetti della pandemia e da ultimo per mitigare gli effetti della guerra. Negli ultimi mesi si sta riproponendo però la stessa dinamica già evidente prima della pandemia, ovvero maggiore difficoltà di accesso al credito per le imprese di minori dimensioni, che sappiamo peraltro essere l'ossatura del nostro tessuto economico. Questo aspetto va monitorato, al pari del costante innalzamento dei tassi di interesse, al fine di evitare difficoltà ulteriori per soggetti già fortemente provati da questo triennio difficilissimo. È oltremodo difficile fare previsioni anche solo a medio termine, ma è evidente la necessità di sostenere nell'immediato le esigenze dei soggetti più colpiti dall'aumento dei costi energetici attraverso contributi diretti ed utilizzare al meglio gli spazi consentiti dalla recente proroga del Quadro degli Aiuti di Stato (Temporary Framework). Sarebbe opportuno individuare qualche criterio selettivo per evitare di appostare in modo non efficiente le risorse disponibili, e riproporre il tema di una positiva integrazione tra gli strumenti di garanzia pubblica e privata, rinvigorendo così un'esperienza peculiare in Europa e nel mondo, quella dei Confidi. Confidi che hanno peraltro avviato un percorso positivo impegnandosi direttamente, nell'erogazione di piccolo credito a micro e piccole imprese. Un'esperienza che andrebbe valorizzata e sostenuta, e che potrebbe affiancare l'attività svolta dalle banche, analogamente all'esperienza maturata in passato dalle piccole banche territoriali. Al contempo, permane la necessità di mitigare le rigidità della regolamentazione bancaria, che, partendo dal presupposto di salvaguardare pur legittimamente i patrimoni delle banche, finiscono col rendere ancora più selettivo l'accesso al credito per le imprese, specie per quelle di minori dimensioni. Non vi sono riferimenti ad interventi a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno, a partire dalla mancata conferma del credito d'imposta per gli investimenti. potrebbe indurre a non ritenere prioritaria una azione di sostegno efficace a questa area del Paese. In generale, i dati sul mercato del lavoro, PIL pro-capite e consumi, registrano il progressivo peggioramento del divario nord - sud, la cui conseguenza naturale è l'incremento dell'emigrazione, in particolare dei giovani. Il rilancio del Sud - conclude Cugliari - deve essere vissuto come una priorità per l'intero Paese, non possiamo assistere inermi a questo processo di costante e preoccupante divaricazione tra nord e sud del Paese, una distanza che va recuperata, per il bene del Paese nel suo complesso, il mediterraneo diventa strategico nella nuova geopolitica mondiale quindi bisogna creare le condizioni di una piena integrazione con il resto d'Europa". (ANSA).
   

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