(ANSA) - ROMA, 6 AGO - Una crisi strutturale quella dei
piccoli negozi, delle botteghe di vicinato, che non accenna a
diminuire. E' quanto emerge da un'indagine di Confesercenti-Swg,
secondo la quale un'attivita' su quattro si avvia a chiudere
l'anno in perdita, il 20% valuta tagli al personale e solo il 5%
prevede di assumere.
Solo il 18% degli imprenditori del commercio ritiene di
chiudere l'anno con un bilancio positivo. Una media decisamente
inferiore a quella delle altre imprese (34%) e anche alla quota
di commercianti che indica una chiusura d'anno negativa: sono il
24%, sei punti percentuali in più della media delle piccole
imprese in generale.
A pesare, secondo l'indagine, sfiducia e rallentamento della
domanda più che le tasse indicate 'soltanto' dal 28% delle
imprese, anche se un 22% teme l'arrivo degli aumenti Iva. Non
desta preoccupazione, invece, l'instabilità del governo,
chiamata in causa dal 6%, fattore ritenuto più rilevante dalla
media delle piccole imprese (15%).
"Il commercio di vicinato è ancora in uno stato di difficoltà, e
scongiurare l'Iva non basta.", commenta la Presidente di
Confesercenti Patrizia De Luise. "I negozi sono le luci delle
nostre città: non possiamo lasciare che si spengano. Lo
ribadiremo anche oggi nell'incontro con il ministro Salvini: è
necessaria un'azione organica, ad ampio spettro, per restituire
capacità di spesa alle famiglie e per accompagnare la rete
commerciale nella transizione al digitale, creando le condizioni
per una leale competizione con il canale Web. (ANSA).
Piccoli negozi, 1 su 4 in perdita
Confesercenti-swg, 20% valuta tagli personale