Economia

Banche: Lo Bianco, valutare responsabilità revisori

Consulente, vanno sentiti da Commissione parlamentare inchiesta

Nino Lo Bianco

Redazione Ansa

Tra i revisori dei bilanci di istituti come la Popolare di Vicenza "ci sono responsabilita'à gravissime, che non sono state tenute in considerazione". Per questo "la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche dovrebbe sentire anche i revisori dei conti, non solo Bankitalia". A lanciare il sasso e' Nino Lo Bianco, uno dei padri della consulenza in Italia, per decenni, prima in Deloitte poi con una societa'à propria, al fianco di gruppi pubblici e privati, dall'Iri a Eni e Fiat passando per Telecom, Tim, Iveco, Pirelli e Finmeccanica fino ai ministeri degli interni, difesa ed esteri.

"Bisognerebbe che Casini si svegliasse" e' l'invito che lancia all'indirizzo del presidente della Commissione parlamentare, Pier Ferdinando Casini in un colloquio con l'ANSA. "I revisori della Vicenza sono stati per anni con Zonin e non si sono accorti di niente. Ne'é risulta che qualche giudice stia indagando su di loro". Ma "quando fai audit gli Npl li devi andare a leggere dentro", afferma il consulente riferendosi ai crediti deteriorati che hanno fatto da detonatore ai bilanci degli istituti bancari senza che i professionisti della revisione dei conti e della certificazione avessero evidenziato anomalie. E il discorso non vale solo per la gestione di Gianni Zonin alla Vicenza ma anche per Veneto Banca e le altre banche salvate. In generale il modus operandi delle 'big four' - EY (Ernest&Young), Pwc, Deloitte, Kpmg -, i quattro colossi mondiali della revisione e della consulenza, non lascia spazio a dubbi. Secondo Lo Bianco l'unica soluzione e' proibire davvero a questi gruppi di fare audit, consulenza e offrire servizi fiscali e legali.

"C'e' un conflitto di interesse evidente in quanto usano l'arma della certificazione in termini ricattatori per spingere le aziende clienti ad acquistare da loro altri servizi. In questo EY ha piu' problemi degli altri, perche'é c'e' una leadership piu' incline al business" osserva citando il gruppo coinvolto nell'inchiesta milanese sulle informazioni riservate che una consigliera del ministero dell'Economia avrebbe passato allo studio legale tributario di Ernst&Young, dove aveva lavorato e col quale manteneva una collaborazione.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it