Economia

Energia: Ad Ico, pronti a discutere soluzione per lavoratori

(v. 'Energia: fabbrica Abruzzo chiude...' delle 13,52)

Redazione Ansa

(ANSA) - ALANNO, 02 SET - "Laddove dovessero esistere delle possibilità e soluzioni per i lavoratori, saremmo disposti a discuterne. Mi auguro di trovare una via, e conosciamo bene dinamiche e scenari. Certo, se magicamente il prezzo del gas tornasse stasera al prezzo di un anno fa tutto potrebbe essere ridiscusso. Così com'è, la fabbrica chiude: ai sindacati l'ho detto". Così l'ad della Ico di Alanno, Manlio Cocchini, risponde alle sollecitazioni dei sindacati sulla vicenda della chiusura dello stabilimento con il licenziamento di 35 addetti. Una apertura parziale ad una soluzione, dopo le notizie che vorrebbero la crisi aziendale legata al drastico aumento delle bollette energetiche, fattore che viene considerato parte di un "concorso di cause": nel mirino c'è innanzitutto il prodotto lavorato ad Alanno, il tissue tad, una carta per uso domestico prodotta ed esportata esclusivamente in America: rispetto a prima della crisi i costi energetici sono aumentati di 12 volte fatto fermo il costo di trasformazione a 100. A ciò si aggiunge che il trasporto via container è passato da 2 mila a 7 mila euro a container, quindi più del valore della merce stessa stipata. Secondo la Ico, è quindi lo stabilimento di Alanno a non essere più conveniente, pur se si tratta di un impianto moderno e fino alla crisi conveniente, ma il più piccolo della società. Alla data dell'acquisizione della fabbrica dalla multinazionale Usa Kimberley Clark nel 2013, le unità lavorative sono già scese da 150 a 35, ora il colpo finale. Ricollocare i lavoratori negli altri impianti della società non è semplice secondo Cocchini: "Sediamoci intorno ad un tavolo e vediamo: ci sono dei costi da affrontare, servono progetti stimolanti, io mi auguro di trovare una soluzione, pensionamenti, ricollocazioni ecc". Nonostante i costi aumentati gli altri stabilimenti Ico tengono il mercato, ma nel complesso, lamenta Cocchini, "paghiamo scelte di politica energetica che vengono da lontano: sul mercato si sta affacciando la Turchia, che grazie ad investimenti e gas russo a buon mercato oggi può arrivare un prodotto concorrenziale". (ANSA). Leggi l'articolo completo su ANSA.it