>>>ANSA/Recovery, -19% evasione e stretta sul lavoro 'nero'
Gli obiettivi del Pnrr. c'è anche 'entità' per la cybesecurity
(di Domenico Conti)
(ANSA) - ROMA, 08 MAG - Per la riforma fiscale, affidata a
una legge delega a fine luglio, c'è ancora qualche mese. Ma
alcune indicazioni sul fisco post-recovery - con l'obiettivo di
ridurre del 19% la propensione a evadere e ridurre il lavoro
'nero' - sono già contenute nelle schede tecniche del
maxi-documento da 2.500 pagine presentato a Bruxelles. E in
buona parte ruotano attorno alla digitalizzazione, mezzo per
rendere più efficiente la macchina 'stanca' della riscossione e
proseguire sulla lotta all'evasione, oltre che obiettivo per il
sistema produttivo da incentivare attraverso la leva fiscale.
Fra le priorità che è possibile scorgere nel documento spicca
proprio la riduzione dell'evasione. Con un obiettivo puntuale
presentato all'Ue, che a più riprese aveva sollevato il tema
dell'inefficienza italiana di fronte all'evasione: ridurre
gradualmente, arrivando a un -19% entro il 2026 (prendendo come
riferimento il 2019), la "propensità a evadere" le tasse. Con
una serie di misure che ruotano attorno all'uso del digitale, al
data mining, alle indagini più mirate sui rischi di evasione
attraverso la disponibilità ed elaborazione dei dati, a quel
fatidico scambio di dati fra amministrazioni che ad oggi non si
parlano, ma anche alla collaborazione con i contribuenti
attraverso le lettere di 'compliance' dell'Agenzia delle
entrate. Gli investimenti nella digitalizzazione della Pa, con
la creazione entro marzo 2022 di un database e un'infrastruttura
"dedicata" alle precompilate, dovrebbero dare una spinta alla
'compliance', l'osservanza degli adempimenti fiscali: entro metà
2023 è fissato l'arrivo della dichiarazione precompilata per 2,3
milioni di partite iva (su 4 milioni) per le dichiarazioni 2022.
Entro il 2024 un aumento del 20% delle 'compliance letters', da
cui il recovery si aspetta un calo del 5% dei 'falsi positivi' e
un +15% del gettito. Un altro elemento è l'introduzione, entro
metà 2022, di "effettive sanzioni amministrative" per gli
esercizi che non consentono pagamenti digitali, che pure erano
stati resi obbligatori nel decreto fiscale del 2019. E ancora,
entro metà 2025 dovranno essere aumentate del 20% le ispezioni
contro il lavoro nero: obiettivo, ridurne entro inizio 2026
l'incidenza di 2-6 punti percentuali, ossia tagliare di almeno
un terzo il divario con la media europea.
Sempre sul piano fiscale, accanto a misure per far ripartire
la spending review, il recovery italiano va a toccare il tasto
dolente del contenzioso nei tribunali, puntando a ridurre
drasticamente le cause pendenti nei tribunali amministrativi
regionali e quelle che finiscono in Consiglio di Stato e
Cassazione.
Un programma 'pesante' quello che incrocia fisco e
digitalizzazione, e che si affianca agli incentivi agli
investimenti per le imprese per innovazione tecnologica
digitale, green e design (con il tetto sui crediti fiscali che
sale a due milioni) e per ricerca e sviluppo (a tre milioni di
euro). E sempre in chiave di digitalizzazione della Pa, spicca
la sicurezza informatica: ben 600 milioni per la sola Pa, con la
previsione di una "nuova entità per la cybersecurity nazionale,
attualmente oggetto di dibattito politico" che informerebbe
"l'intera architettura di sicurezza informatica nazionale":
coordinerà le attività di ricerca e farà da raccordo nazionale
con le strutture europee. (ANSA).
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