Economia

India: spazi per le aziende italiane dell'agritech e cibo

Presentata una ricerca che fotografa opportunità di business

Redazione Ansa

(ANSA) - NEW DELHI, 15 FEB - Lavorare con le singole regioni indiane, creare programmi "peer to peer" e attivare network locali: sono alcune delle linee guide emerse da uno studio curato dal Future Food Institute e dall'ufficio di Mumbai dell'ICE, sulle opportunità e gli ostacoli offerti dall'India alle startup italiane dei settori agritech, food-tech e industria 4.0. La ricerca, presentata oggi da Delhi nel corso di una conferenza stampa online, individua quattro punti di forza del nostro sistema: il know how nell'ambito dell'industria di trasformazione e nell'industria dell'agritech; l'alto livello di formazione dei team che compongono le startup; la cultura alimentare vocata alla salute e allo star bene mediterraneo; la competenza nel CPG (Consumer Packaged Goods) e nella ricerca e sviluppo. In questi quattro comparti, è stato detto nel corso della presentazione, l'Italia può fornire un supporto determinante alla richiesta di innovazione proveniente dall'India, paese che, secondo il World Economic Forum, si avvia a diventare la terza potenza mondiale. Il mercato indiano rappresenta non solo un'opportunità di business, ma anche il contesto in cui sperimentare soluzioni tecnologiche per il settore agroalimentare, che hanno un enorme impatto dal punto di vista sociale e ambientale. "Viviamo un momento particolarmente favorevole dei rapporti tra Italia e India - ha dichiarato Vincenzo De Luca, Ambasciatore d'Italia in India -. "In occasione dell'ultimo vertice tra i due Paesi sono stati adottati una Dichiarazione Congiunta e un Piano d'Azione 2020-2025 che incardinano strumenti di promozione economica già avviati e definiscono linee nuove per la collaborazione bilaterale. In tale contesto, la promozione della nostra imprenditorialità più giovane, rappresentata dalle start-up, è molto importante". (AMB) (ANSA). Leggi l'articolo completo su ANSA.it