Economia

Libri: non c'è sostenibilità senza digitale

Stefano Epifani, la tecnologia come strumento per l'agenda 2030

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 11 FEB - La domanda non è se l'intelligenza artificiale crei o distrugga posti di lavoro, ma come fare per sviluppare un'intelligenza artificiale che renda il mondo più sostenibile. E' necessario rovesciare la prospettiva per uscire dal dilemma se la tecnologia, i robot, la blockchain, i big data o le piattaforme siano buoni o cattivi e renderli, invece, uno strumento di sostenibilità. E' questa la strada proposta dal libro "Sostenibilità digitale. Perché la sostenibilità non può fare a meno della trasformazione digitale" dell'advisor dell'Onu sugli impatti della digital transformation e presidente del Digital transformation institute, di Stefano Epifani presentato alla Camera. "Pensare la sostenibilità senza tecnologie non è sostenibile, si riduce a decrescita felice, un concetto che tecnicamente non sta in piedi", racconta Epifani all'ANSA spiegando che "la sostenibilità digitale è la capacità di utilizzare la tecnologia strumentalmente per perseguire gli obiettivi di sostenibilità fissati dall'Agenda 2030 del Onu". Non è un fatto scontato che la tecnologia diventi alleata della sostenibilità, ma dipende da quanto saremo capaci di far sì che ciò accada, e il primo passo, per l'autore, è "quello di sviluppare a tutti i livelli della società una vera e propria cultura condivisa della tecnologia". L'interesse e la conoscenza della tecnologia sono fondamentali, in un mondo in cui la vita delle persone ne è pervasa a fondo, come dimostrano dalle storie di cinque uomini e donne raccontate nel libro: il giornalista Valerio, l'imprenditrice Anna, il tassista Alfio, l'agricoltore Domenico e la dottoressa Carla. Il rischio di non cogliere le opportunità di cambiamento è quello di fare come i vetturini inglesi che, per contrastare la diffusione delle prime automobili, avevano ottenuto la legge Red flag act, che imponeva agli automobilisti di essere preceduti da una persona che sventolava una bandiera rossa. Invece la trasformazione digitale va guidata e accompagnata e qualche segnale positivo in questo senso c'è, secondo Epifani, che vede "una presa di coscienza a livello internazionale da parte di alcuni parti della politica. Per esempio, a livello europeo, dove la commissaria von der Leyen sta investendo moltissimo in sostenibilità digitale". In Italia, invece, c'è "una generazione di politici, che non capiscono la tecnologia e non ne sono interessati", dice l'autore. Il libro, con esempi delle tecnologie più promettenti e delle loro possibili applicazioni per lo sviluppo sostenibile, dal cloud computing ai social network, dall'Internet of things alla stampa 3d, può essere visto come un corso accelerato di recupero.(ANSA). Leggi l'articolo completo su ANSA.it