>>>ANSA/ Wall Street ancora in calo, brucia guadagni 2018
Apple zavorra listini, giù anche Amazon. Crolla petrolio
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(ANSA) - NEW YORK, 20 NOV - Wall Street affonda con i
tecnologici e brucia i guadagni del 2018. La fuga dall'hi-tech,
e soprattutto da Apple, alimenta i timori di un rallentamento
dell'economia globale e rafforza ancora di più quelli per una
guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. E si fa sentire sul
petrolio, che chiude a New York in calo del 6,57%. Non si salva
neanche il Bitcoin, che scende ai minimi degli ultimi 13 mesi a
4.225 dollari.
Per Cupertino si tratta di una nuova seduta di passione: i
titoli archiviano la seduta in calo del 4,79% con l'aumentare
delle preoccupazioni sulla debole domanda per l'iPhone. Apple,
che valeva 1.000 miliardi di dollari solo poche settimane fa,
ora ne vale 880. Un crollo che fa salire a 1.000 miliardi il
valore di mercato bruciato dalle Faang - Facebook, Apple,
Amazon, Netflix e Google - rispetto ai loro record storici. Dal
25 luglio Facebook ha bruciato 250 miliardi. Amazon ha visto
svanire dal 4 settembre 255 miliardi, mentre Google 155 dal 27
luglio. Netflix ha perso 63 miliardi dal 21 giugno. I
tecnologici - afferma Donald Trump - stanno avendo delle
difficoltà, ma si riprenderanno.
Gli effetti del calo di Apple si avvertono a livello
mondiale. Le borse del Vecchio Continente risentono anche della
continua incertezza sulla Brexit. Le piazze europee chiudono
tutte in rosso, con Milano che arretra in chiusura dell'1,87% a
18.471 punti, un livello che non vedeva da dicembre 2016. Ad
appesantire Piazza Affari sono le attese della bocciatura da
parte di Bruxelles della manovra economica italiana.
Ad agitare Wall Street oltre tecnologici sono i timori di
una frenata economica globale che possa coinvolgere gli Stati
Uniti, già alle prese con una guerra commerciale con la Cina.
L'attenzione è tutta per l'incontro fra Trump e il presidente
cinese Xi Jinping al G20: un faccia a faccia che potrebbe
rivelarsi decisivo sul fronte commerciale. La speranza è che
venga raggiunto fra Washington e Pechino almeno un accordo di
massima in grado di stemperare i timori sull'economia e sulle
aziende americane, che si ritrovano ostaggio della battaglia. A
complicare il quadro è la Fed e i suoi rialzi dei tassi di
interesse. La volatilità sul mercato - con l'indice della paura
di Wall Street schizzato ai massimi da tre settimane - e i
segnali di raffreddamento del mercato immobiliare americano
potrebbero spingere la Fed a rivedere la propria tabella: una
stretta del costo del denaro di un quarto di punto a dicembre e'
data per scontata, ma il prossimo anno potrebbe optare solo per
due rialzi. Per gli analisti si tratta di un deciso
ridimensionamento delle attese, dato che solo fino a poche
settimane fa erano date per scontate almeno tre strette nel 2019
con chance elevate di un quarto rialzo. ''Mi piacerebbe vedere
tassi più bassi'' torna a ribadire Trump, ammettendo che
vorrebbe anche prezzi del petrolio più bassi. Un avvertimento
indiretto all'Opec, che si riunirà in dicembre e potrebbe
tagliare la produzione per sostenere i prezzi. ''L'Arabia
Saudita - mette in evidenza Trump - ci ha aiutato a mantenere
più bassi i prezzi del petrolio''.
In attesa che le incertezze svaniscano, l'indice tecnologico
Nasdaq si avvia a chiudere il suo peggiore trimestre dal
fallimento di Lehman Brothers nel 2008. E anche il Dow Jones non
guarda al futuro con ottimismo: le attese sono di un ulteriore
calo di 2.000 punti prima di un'inversione di rotta.(ANSA).
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