Economia

Arriva RePowerEu, spinta sulle rinnovabili e no a price cap

L'obiettivo è tutto nel nome: darsi nuova carica energetica. Gli Stati Uniti: pronti ad aiutare

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen

Redazione Ansa

Prestiti ai governi, rinnovabili e interventi temporanei sui mercati dell'energia nazionali. A giochi ancora da chiudere sull'embargo al petrolio russo e sul pagamento in rubli del gas, l'Europa ingrana la marcia per liberarsi dalla dipendenza da Mosca e si appresta a presentare il suo RePowerEu. L'obiettivo è tutto nel nome: darsi nuova carica energetica. Prima di tutto spingendo le fonti rinnovabili con procedure burocratiche meno pesanti e autorizzazioni più veloci. E poi dando fondo a tutte le risorse e le misure necessarie per aiutare i Ventisette a finanziare nuovi investimenti verdi e riforme e a fare fronte al caro energia. Con una sola avvertenza: il mercato unico deve restare solido e - a meno che Vladimir Putin non decida di chiudere i rubinetti - non è ancora tempo per un tetto europeo al prezzo del gas. Nel maxi-piano che sarà svelato domani l'esecutivo comunitario vuole tagliare i ponti con la "dipendenza strategica" dalla Russia "il prima possibile". E per farlo punta forte sulla diversificazione. Di fonti e di fornitori. Con gli Stati Uniti che, ha assicurato il segretario al Tesoro Janet Yellen in missione a Bruxelles, sono pronti ad aiutare e aumentare le forniture di Gnl. Ma, dopo settimane di dibattiti e analisi, la Ue mette nero su bianco anche cosa è possibile fare sul mercato per difendersi dal caro energia. Che non sembra poter rientrare a breve. Anzi: i prezzi rimarranno elevati per il resto del 2022 e, anche se in misura minore, fino al 2024-2025. Una situazione che richiede interventi perlomeno nazionali. A cui Bruxelles è pronta a dare il suo via libera: i governi europei potranno continuare ad applicare prezzi del gas e dell'elettricità regolamentati sul mercato al dettaglio nazionale e introdurre un prezzo di riferimento, sempre interno, per il gas utilizzato per la produzione di energia elettrica. Per il 'price cap' europeo, invece, è ancora troppo presto e, per evitare che si trasformi in un boomerang per il mercato unico, sarà possibile introdurlo solo nel caso di "un'interruzione improvvisa su larga scala o totale delle forniture di gas russo". Lo sforzo finanziario a cui sono chiamati i governi comunque sarà imponente e la Commissione lo sa. Per sostenerli la proposta è di aggiungere un addendum in calce ai piani nazionali di recupero e Resilienza (Pnrr) dedicato al RePowerEu. Per finanziare riforme e investimenti dedicati all'energia i governi potranno usare i prestiti non ancora utilizzati del Next Generation Eu (220 miliardi di euro), una parte dei ricavi Ets e una parte dei fondi della Pac e della politica di coesione. Fondi che, per chi come l'Italia ha già richiesto i prestiti dal Recovery, potrebbero però non bastare.

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