Economia

Ismea, carrello della spesa più caro (+8,6%) nel primo trimestre

Due miliardi in più ma calano le quantità. Caro-uova +20%

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 15 GIU - La spesa per gli alimenti e bevande è costata agli italiani quasi due miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno, a fronte però di una riduzione delle quantità acquistate. È quanto emerge in sintesi dall'ultima rilevazione dell'Osservatorio Ismea-NielsenIQ sugli acquisti alimentari domestici relativa al primo trimestre di quest'anno.
    L'incremento medio dello scontrino dell'8,6% indicato da Ismea, riflette anche l'adozione di strategie volte al risparmio, soprattutto da parte dei nuclei a basso reddito, senza particolari differenze tra Nord, Centro e Sud della Penisola.
    L'inflazione, seppur in rallentamento su base annua, continua a rimanere su valori sostenuti soprattutto a tavola dove l'Istat a marzo certifica +12,6%.
    Secondo l'analisi sono le famiglie con gli adolescenti a fare i maggiori sacrifici. Per loro l'aumento dello scontrino rimane sotto al 2% ma il carrello si svuota di quasi il 13% delle quantità. Di contro i nuclei familiari molto giovani e gli anziani senza figli a carico riducono solo di pochissimo i volumi acquistati, con esborsi maggiori rispettivamente del 7% e dell'11%. Tra i vari canali distributivi, il discount con il 20% delle preferenze, è quello dove si registra il maggior scostamento tra aumento della spesa (+8%) e riduzione in volume degli acquisti (-8%), a conferma che sono le famiglie con meno potere di acquisto a subire maggiormente le conseguenze del carovita. Analizzando le diverse categorie, la spesa risulta in aumento per tutti i comparti, con incrementi a doppia cifra per uova (+20%), latte e derivati (+18%), derivati dei cereali (+13%) e carni (+9%). Nel reparto ortofrutta la spesa cresce di oltre il 3% con variazioni dei prezzi correlati anche a fattori meteo. Gli acquisti di oli vegetali crescono del 5%, ma il confronto è su un 2022 segnato da rincari record, trainati dall'olio di semi (+52% quello di girasole). Per le bevande l'incremento di spesa è dell'8,5%, al quale contribuiscono soprattutto quelle analcoliche, come anche per i prodotti ittici trainato dal segmento del fresco (+2% in volumi) che, associato all'incremento dei prezzi, fa crescere la spesa del 6,7%; calano quiidi surgelati e conserve ittiche. (ANSA).
   

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