Economia

Il Tar annulla l'ordinanza per la riduzione dello sciopero del 15 dicembre

Accolti i ricorsi di Usb e Cobas. La Lega: 'Una forzatura, la linea non cambia'

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini

Redazione Ansa

L'Ordinanza con la quale il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 12 dicembre scorso ha ordinato la riduzione a quattro ore dello sciopero nazionale dei trasporti del 15 dicembre "risulta affetta da violazione di legge e da eccesso di potere per carenza di presupposto, con riferimento alla fase di impulso dell'esercizio del potere".   E' quanto afferma il Tar del Lazio in una sentenza con la quale ha riunito - accogliendoli entrambi - due ricorsi proposti da Usb Lavoro Privato (il primo) e da Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas, Sgb, Cub Trasporti e AL Cobas (il secondo).

Il Tar, respinte le eccezioni preliminari, si è poi concentrato sulla censura con cui si lamentava la mancata individuazione, nell'ordinanza impugnata, dei requisiti di necessità e di urgenza che fondano il potere di impulso ministeriale. I giudici, dopo aver confermato come "il potere di iniziativa officiosa del presidente del consiglio (o del ministero delegato), proprio per limitare il più possibile l'ingerenza 'politica' sul diritto di sciopero, è contemplato unicamente nei casi in cui, oltre al fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente dei diritti, sussistano e vengano adeguatamente esplicitate nel relativo provvedimento, la necessità e l'urgenza di provvedere", hanno segnalato come l'Autorità di settore "ha ritenuto opportuno soltanto adottare un invito formale alle organizzazioni sindacali ad evitare la rarefazione oggettiva dello sciopero, invito osservato, ma nulla ha ritenuto di raccomandare alle medesime Organizzazioni né tanto meno di segnalare al Ministero in ordine all'adozione dell'ordinanza di precettazione".

Ecco che allora, per il Tar, "risultavano indispensabili la chiara esplicitazione delle speciali ragioni di necessità e di urgenza" tali da legittimare l'intervento del Ministro; ma "nessuna adeguata indicazione in tal senso è dato rinvenire nel provvedimento avversato". E così facendo "il Dicastero ha finito per sovrapporre la propria valutazione a quella dell'Autorità di settore, alterando il vigente assetto regolatorio in materia".

Immediata la dura reazione della lega: "Per il Tar, evitare che il Paese intero si bloccasse e che milioni di italiani rimanessero a piedi è un 'eccesso di potere'. Per noi, la decisione del tribunale amministrativo regionale del Lazio, invece, è una forzatura contro il buonsenso. Il ministro Matteo Salvini si è impegnato a ridurre uno sciopero per garantire il diritto dei pendolari e di tutti i cittadini a circolare liberamente, permettendo loro di poter usufruire dei mezzi pubblici. Questa è la linea e non cambierà. Siamo intenzionati a tutelare gli italiani, non il weekend lungo di Landini", hanno dichiarato i deputati in Commissione Trasporti Elena Maccanti, Andrea Dara, Domenico Furgiuele, Riccardo Augusto Marchetti ed Erik Pretto. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it