Economia

Lo sciopero generale di Cgil e Uil contro la manovra arriva al Nord, Cub confermato lo sciopero di 24 ore lunedì dei mezzi pubblici

Previste 40 manifestazioni. Bombardieri a Brescia, Landini a Torino: 'Convocazione tardiva, il governo ascolti Paese'

Redazione Ansa

I sindacati di base confermano lo sciopero di 24 ore di lunedì dei mezzi pubblici, dopo il confronto al Mit con il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Lo riferisce la Cub.

Intanto lo sciopero generale di Cgil e Uil sulla manovra arriva nel Nord Italia. Incrociano le braccia, per otto ore o per l'intero turno le lavoratrici e i lavoratori delle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto, e sono previste 40 manifestazioni. Esclusi dalla mobilitazione il trasporto pubblico locale e il pubblico impiego che hanno scioperato il 17 novembre.

Al corteo di Brescia partecipa il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, al quale sono affidate le conclusioni. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini è in piazza a Torino, dove si tiene il comizio conclusivo.

Dopo gli scioperi e le manifestazioni del 17 e del 20 novembre, la protesta di Cgil e Uil 'Adesso basta!' per alzare i salari, estendere i diritti e per contrastare la legge di bilancio, proseguirà con scioperi e manifestazioni il 27 novembre in Sardegna e il primo dicembre nelle regioni del Sud.

"Il rinvio a martedì della convocazione del governo è un atto di buon senso, ma mi sembra un po' tardiva. Vedremo cosa il governo ha da dirci, fino a ora non c'è stata alcuna possibilità di confronto e trattativa". Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, al corteo di Torino. "Se il governo fosse capace di ascoltare il Paese dovrebbe aprire delle trattative serie e cambiare una legge sbagliata e avviare quelle riforme di cui abbiamo bisogno" ha aggiunto.

 "Le scelte che il governo sta facendo sono sbagliate, stanno portando il nostro paese a sbattere. Non ci faremo intimorire, proseguiremo con la nostra mobilitazione", ha detto Landini. "Credo che la risposta più forte stia arrivando anche oggi dalla partecipazione fortissima con un'adesione altissima in tutte le 40 piazze. La democrazia e i diritti si difendono praticandoli". 

Da Brescia, il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri ha sostenuto che "si continua a provare ad impedire un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Non può esserci qualcuno che dica 'non si può fare' se agiamo nel rispetto della legge. Quella di oggi a Brescia è una richiesta al governo ad ascoltare chi è in difficoltà e chi non è d'accordo". Secondo gli organizzatori, nella città lombarda sono presenti 15mila persone.

"Meglio la convocazione che la precettazione: convocare le Organizzazioni sindacali mentre eravamo in piazza mi era sembrato uno scivolone, una mancanza di rispetto per chi oggi è qui: meno male che si è posto rimedio" ha proseguito Bombardieri. "Siamo in piazza anche oggi - ha sottolineato Bombardieri- perché restano irrisolti i problemi principali sociali ed economici del nostro Paese: la perdita del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, il mancato rinnovo dei contratti, la sicurezza sul lavoro, il fisco, la previdenza. Ecco perché abbiamo indetto questo sciopero generale che, come sempre, è stato fatto nel rispetto delle norme di legge". 

Il segretario della Cgil Landini al corteo di Torino

 A Torino una delle cinque manifestazioni del Piemonte con un corteo da Porta Susa a piazza Castello, dove chiuderà il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Prima della manifestazione Landini ha incontrato i lavoratori della Lear e della Te Connectivity, aziende dove sono a rischio complessivamente 600 posti. In piazza Castello previsto anche l'intervento di Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil e dei delegati di otto settori.
Le altre manifestazioni ad Asti, Cuneo, Novara e Novi Ligure dove c'è lo stabilimento piemontese ex Ilva. I lavoratori di Verbania, Biella e Vercelli partecipano all'iniziativa di Novara. In tutti i cortei c'è uno striscione contro la violenza sulle donne.

A Torino, secondo i sindacati l'adesione è altissima in tutte le aziende, sfilano in diecimila.

 

Migliaia a Bologna: 'Siamo 15 mila'. Dal palco un minuto di rumore per Giulia

 Migliaia di persone in corteo a Bologna per lo sciopero contro la manovra indetto da Cgil e Uil. Il corteo partito da piazza XX Settembre ha attraversato via Indipendenza, via Rizzoli e poi si è diretto in piazza Santo Stefano dove si tengono gli interventi dal palco, tra i quali quelli del segretario generale della Fiom, Michele Di Palma. In apertura del corteo lo striscione "Adesso Basta. Sciopero generale". Tra i lavoratori che sfilano, le operaie della Perla, con lo striscione 'Ci avete lasciato senza mutande', quelli della Marelli, di Hera e tanti altri. Presente anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore e quella di San Lazzaro, Isabella Conti. Secondo gli organizzatori i partecipanti alla manifestazione sono 15 mila. Dal palco è stato lanciato "un minuto di rumore" in ricordo di Giulia. 

 "Il governo non sta facendo quello che è il suo compito dover fare. Deve dire se sta dalla parte dei lavoratori o dalla parte delle multinazionali. Noi siamo con i lavoratori per cercare di salvare il lavoro ma anche il futuro industriale del paese. Servono politiche industriali che fino ad oggi non ci sono state". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, in corteo a Bologna nel giorno di sciopero. 

 "Salvini prendi un frecciarossa e vieni a trovarci qui", gridano dal palco i manifestanti di Cgil e Uil in piazza a Bologna. Tanti gli attacchi al Governo. "Smettetela di prendervela con lavoratori e pensionati - dice un delegato - Pensate ai problemi reali. Vogliamo risposte, basta girarvi dall'altra parte". A parlare anche le lavoratrici della Perla. "Chiediamo di poter lavorare, essendo donne, mamme e mogli vogliamo poter continuare a lavorare - dice Marina Prati - per mantenere la nostra indipendenza'. Poi tocca a un Rsu della Marelli. "Basta con una politica industriale miope e balbettante. Noi continueremo a combattere per la nostra azienda". 

A Genova in piazza anche per la crisi industriale e l'ex Ilva

 Alcune migliaia di persone sono tornate in piazza anche a Genova per la seconda giornata di sciopero generale siglata Cgil e Uil. Il corteo, partito da Stazioni Marittime e arrivato sotto la prefettura, era aperto dallo striscione "Sciopero nazionale anche in Liguria contro la manovra finanziaria". Tra le rivendicazioni anche quella sulla crisi industriale, una su tutte la situazione di Acciaierie d'Italia e quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e un richiamo all'emergenza femminicidi. A chiudere la manifestazione sotto la prefettura un breve comizio di Maurizio Calà, segretario Cgil Liguria e Vera Buonomo, segretaria confederale della Uil. "Siamo in piazza a Genova come in altre 40 piazza d'Italia per dire no a una manovra iniqua e discriminatoria - ha detto Buonomo -. Lo abbiamo fatto nei pochi minuti che abbiamo avuto a disposizione quando il governo ci ha convocato, sui temi come lavoro, fisco e la previdenza. È chiaro che diciamo basta oggi perché questo è un governo che non guarda le esigenze di lavoratori e pensionati, giovani e donne". 

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