Economia

Berlusconi, i testamenti olografi del 2006 e del 2020

Le ultime volontà del Cavaliere nell'atto notarile

Redazione Ansa

La decisione su Fininvest e sul patrimonio era già stata presa nel 2006. Su un blocco note, color giallo paglierino, con l'intestazione Villa San Martino, Silvio Berlusconi, il 2 ottobre, ha scritto a mano le sue volontà. Undici righe su un foglio e dieci su un altro per il suo testamento, con uno stile asciutto e chiaro.

"Lascio la disponibile in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei 5 figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi". Nel 2020 ha aggiunto le disposizioni a favore del fratello.

Come spiegano fonti vicine al dossier, nel 2006, ancora sposato con Veronica Lario da cui ha avuto Barbara, Eleonora e Luigi, Berlusconi per garantire equilibrio decise di cedere la sua quota disponibile del patrimonio ai figli di primo letto, Marina e Pier Silvio. Risorse la cui entità residua è difficile da valutare poiché, come hanno evidenziato anche vari analisti in queste settimane, Silvio Berlusconi negli anni ha provveduto a contributi e donazioni verso il partito che ha fondato, Forza Italia, e anche altri soggetti.

Il testamento olografo lasciato da Silvio Berlusconi non contiene il dettaglio del suo patrimonio né la valutazione di tutti i suoi beni che comprende, oltre a Fininvest anche molti immobili e le ville, da quella di Arcore (dove l'imprenditore ha scritto di suo pugno le sue ultime volontà, su un blocco note con l'intestazione Villa San Martino) a Villa Certosa, per un valore che secondo indiscrezioni si aggira intorno tra i 4 e i 5 miliardi. Per Fininvest (che detiene un 2% di azioni proprie che si sterilizzano nella conta dei diritti di voto) significa che Marina alla quota già detenuta del 7,81% aggiunge l'8,33% della quota cosiddetta 'legittima' e il 10,40% dalla quota disponibile arrivando a detenere il 26,54%; lo stesso calcolo vale per Pier Silvio che arriva ad avere un'identica quota di diritti di voto nella holding (pari al 26,54%). Insieme i due fratelli maggiori controllano dunque il 53% di Fininvest.

A Barbara, Eleonora e Luigi che già dividevano in parti uguali una quota del 21,87% va solo la loro parte di 'legittima', ovvero una quota complessiva del 24,99% che porta la partecipazione dei tre fratelli, figli di Veronica, al 47 per cento. Extra Fininvest, tutto il resto del patrimonio viene anche questo diviso fra i figli secondo lo stesso schema: la quota legittima divisa in cinque parti uguali, il 13,32% di tutti i beni e la quota 'disponibile' divisa in parti uguali tra Marina e Pier Silvio, il 16,65% a ciascuno.

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