Economia

Tim: ricevuta offerta non vincolante Kkr per Netco

Oggi la riunione del cda per avviare il processo di esame

Il logo TIM su uno smartphone

Redazione Ansa

Kkr ha presentato a Tim un'offerta non vincolante per la rete fissa, inclusa Fibercop e la partecipazione in Sparkle. Lo comunica il gruppo in una nota. Oggi si riunirà il cda per avviare il processo di esame.

L'offerta non vincolante del fondo di private equity Kkr, precisa la nota, "è riferita a una quota partecipativa da definire, fermo restando che dall'acquisto scaturirebbe la perdita dell'integrazione verticale rispetto a Tim".

Il governo "segue con attenzione l'offerta presentata dal fondo Kkr" per una quota in Netco di Tim, "azienda che oggi ha un ruolo cruciale nei servizi di telefonia, nella realizzazione della banda larga nel nostro Paese e della infrastruttura del Polo Strategico Nazionale" si legge in una nota del Mimit.

Il governo "reputa centrali la salvaguardia dei livelli occupazionali e la sicurezza di una infrastruttura strategica quale la rete nazionale di telecomunicazioni. Su questi presupposti si valuteranno gli sviluppi che riguardano la prima azienda di telefonia italiana". 

Tim corre a perdifiato, guadagna oltre il 9% a 0,29 euro, attendendo i dettagli sul prezzo dell'offerta del fondo Kkr per la rete fissa di Tim, il parere del cda e le eventuali mosse di Cdp e Vivendi. I rumors oscillano in una forchetta molto ampia di prezzo, tra i 16 e i 21 miliardi di euro, più nella parte bassa se si sconta la quota che il fondo già ha in Fibercop, verso il tetto se si considera anche Sparkle. Un'offerta intorno ai 20 miliardi (che peraltro Vivendi, socio forte di Tim ha già definito irricevibile), "garantirebbe a Tim spazio per un significativo deleveraging nell'ordine di 15-16 miliardi (al netto della partecipazione già detenuta da Kkr in FiberCop, quantificabile in circa 3-4 miliardi), lasciando a ServiceCo flessibilità finanziaria, ipotizzando che la leva finanziaria scenda a circa 1,5-2 volte", commenta Intermonte. Da definire, secondo quanto riportato dalla stessa Tim, è anche la quota che il fondo potrebbe acquisire, non ultimo chi sarà il suo partner in questa operazione. Potrebbe lasciare spazio, sottolinea Intermonte, a un coinvestimento da parte di Cdp o di un altro soggetto pubblico (come F2i o Poste, di cui già si era parlato in passato) per evitare questioni antitrust (Cdp ha attualmente il 60% di Open Fiber).

LA RETE MODELLO IN EUROPA
Kkr punta a una quota di Netco, la newco che nascerà dalla separazione della rete da Tim. Si parla di tutta la rete fissa, primaria e secondaria, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali (Sparkle).

Netco, era emerso dal Capital Market Day, può rappresentare il primo caso in Europa di realizzazione di un polo di infrastrutture e tecnologie di rete in fibra a disposizione di tutto il mercato e con una presenza capillare su tutto il territorio nazionale. Si concentrerà sul mercato wholesale con il compito di accelerare ulteriormente il dispiegamento della rete in fibra, beneficiando nel medio-lungo termine dei cicli di investimento e dei relativi ritorni tipici del mercato infrastrutturale.

Al 30 settembre, NetCo gestiva 16 milioni di accessi fissi (di cui oltre 71% in tecnologie FTTx) con una quota di mercato dell'82% e una copertura in FTTx superiore al 94% delle linee attive (oltre 57% con velocità superiore a 100 Mbps). Le unità tecniche raggiunte con tecnologia FTTH erano 7,2 milioni, pari a una copertura di circa il 29%, in crescita di 4 punti percentuali rispetto a fine 2021. Nei 9 mesi del 2022, ultimi dati disponibili in attesa che il cda di Tim il 14 febbraio approvi il bilancio dello scorso esercizio, NetCo ha riportato ricavi totali e da servizi in calo rispettivamente del 4,8% e del 3,8% anno su anno, con un miglioramento nel terzo trimestre (-2,6% e -2,7% rispettivamente). La riduzione è dovuta principalmente a transazioni one-off contabilizzate nel primo semestre dell'anno scorso che hanno avuto un impatto di circa 3,2 punti percentuali sulla riduzione dei ricavi totali e di 1,7 punti percentuali su quella dei ricavi da servizi.

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