Economia

Bce: Schnabel preannuncia una stretta, Borse deboli

Powell cauto, NY tiene. Goldman, l'Ue non va in recessione

Redazione Ansa

La Bce fa il falco, la Fed è più prudente. E così le Borse sui due lati dell'atlantico prendono due direzioni diverse: fiacche in Europa, debolmente positive a senza una direzione chiara a Wall Street. La giornata dei mercati era sintonizzata, oltre che sul fronte societario, sulla politica monetaria, con un parterre di tutto rilievo riunito (in presenza) a Stoccolma per l'addio alla Riksbank dell'ex governatore Stefan Ingves. E nonostante un rapporto della Bce scriva che nel medio termine l'inflazione europea è destinata a calare sotto i livelli americani (attualmente è rispettivamente 9,2% contro 7,1%), ci ha pensato Isabel Schnabel, componente del comitato esecutivo, a raffreddare gli entusiasmi per un prossimo raggiungimento del 'picco' da parte di Francoforte sul rialzo dei tassi.

Tedesca ma moderata, Schnabel ha vivacizzato uno dei panel nella capitale svedese spiegando che i tassi d'interesse nell'area euro devono ancora salire "significativamente" portando le condizioni finanziarie verso livelli restrittivi, perché "l'inflazione non scenderà da sola". E si è detta convinta che la lotta all'inflazione condotta alzando il costo del denaro - che in effetti in termini reali (depurato dall'inflazione) è ancora negativo - sia molto più popolare di quanto si creda. Il riferimento è all'impatto drammatico del caro-prezzi sulle famiglie, con l'energia a fare da padrona e l'Italia alle prese con il braccio di ferro sulle accise. E a consolidare le argomentazioni dei 'falchi' è arrivato un report di Goldman Sachs che ha rivisto completamente le prospettive per l'economia europea: non più recessione con crescita media dello 0,1% nel 2023, ma espansione dell'economia dello 0,6%. Un discorso - quello di Schnabel - arrivato a poche ore dai commenti del governatore olandese Klaas Knot, che ieri aveva detto che la Bce, dopo quattro rialzi dei tassi da 2,5 punti percentuali complessivi nella seconda metà del 2022, è appena a metà dell'opera. Parole in aperta sfida all'invito alla cautela da parte dei governatori 'colombe', e che fanno presagire un confronto più aspro nel meeting d'inizio febbraio: in serata il governatore del Banco de Portugal Mario Centeno ha detto che "si avvicina" la fine del ciclo di rialzi dei tassi in Europa.

Leggero l'impatto sulle Borse europee, comunque negative (Milano -0,08%, Parigi -0,55%, Francoforte -0,12%), mentre lo spread Btp-Bund chiude in calo a 190 in una giornata segnata dal collocamento sindacato del nuovo Btp a 20 anni settembre 2043, con oltre 26,5 miliardi di domanda a fronte di per di 7 miliardi di euro. Meno netto - agli occhi dei mercati - il discorso del presidente della Federal Reserve Jay Powell, che a Stoccolma ha comunque sottolineato l'indipendenza delle banche centrali come capacità di prendere decisioni impopolari, prendendo le distanze dall'espansione delle decisioni della Bce verso la promozione dell'economia green. "E' essenziale che stiamo ai nostri obiettivi di statuto, e resistiamo alla tentazione di allargare il nostro campo d'azione di fronte ad altri, importanti problemi sociali". Assente qualunque indizio sulle scelte operative di politica monetaria della Fed, anche se i mercati non trovano conferma del 'pivot', il punto di svolta sui tassi che hanno raggiunto il 4,5%. Più probabile che alla Fed si resti alla finestra prima del meeting di fine gennaio, valutando un rallentamento della stretta che lascia comunque gli investitori a New York in modalità 'tiepida': +0,14% il Dow Jones, +0,24% lo S&P 500 col Nasdaq a +0,31%.

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