Economia

Balzo del gas dopo le parole di Putin, tonfo del petrolio. Giù Wall Street

Borsa: anche l'Europa chiude in calo e Mosca termina la seduta euforica

Il logo di Gazprom

Redazione Ansa

Il petrolio chiude con un tonfo a New York, dove le quotazioni perdono il 6,22% a 101,11 dollari al barile dopo che Joe Biden ha annunciato un rilascio record dalle riserve strategiche petrolifere.

Il prezzo del gas in Europa chiude in rialzo dopo le parole del presidente russo Vladimir Putin sul pagamento delle forniture in rubli. Dopo aver sfiorato i 128 euro al Mwh, le quotazioni hanno concluso la giornata a 125,9 euro, in rialzo del 5,07%. In crescita anche il prezzo a Londra dove si attesta a 299,32 penny al Mmbtu (+4,4%).

Le nuove sanzioni in arrivo per la Russia e le mosse di Vladimir Putin per il pagamento del gas in rubli azzoppano le Borse europee, dopo una mattinata fiacca.

Wall Street chiude negativa e archivia il peggior trimestre dal marzo 2020. Il Dow Jones perde l'1,56% a 34.677,99 punti, il Nasdaq cede l'1,54% a 14.220,52 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,56% a 4.530,50 punti.

I principali listini del Vecchio continente hanno concluso in netto calo l'ultima seduta del primo trimestre dell'anno, con i rendimenti dei titoli di Stato che segnano un calo in vista delle prossime mosse delle banche centrali.

Sui mercati pesano anche le decisioni dell'Opec+ e il rialzo del prezzo del gas. Sul fronte valutario l'euro si indebolisce sul dollaro a 1,1099. L'indice d'area stoxx 600 conclude le contrattazioni in calo dello 0,8%. In flessione Francoforte (-1,31%), Parigi (-1,21%), Madrid (-1%), Londra (-0,83%).

La Borsa di Mosca chiude euforica mentre il presidente Vladimir Putin ribadisce che il gas russo dovrà essere pagato in rubli. L'indice Moex avanza del 7,6% a 2.703 punti, con il colosso dell'energia Gazprom che guadagna il 12,26%. Si rafforza il rublo dopo il crollo avuto a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina. Attualmente per un dollaro sono necessari 82 rubli, restano sempre ben lontano dal periodo antecedente alla guerra quando la valuta di Mosca era scambiata a 75 sul biglietto verde.

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