Economia

Pa: pressing per lo smart working, ma Brunetta dice no

Sindacati chiedono lavoro agile. Polemica tra M5s e Fi

Una persona lavora in smart working (archivio)

Redazione Ansa

Il virus corre e i sindacati tornano a chiedere un maggior ricorso allo smart working per la Pubblica Amministrazione. Una richiesta che arriva anche da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle ma che non viene accolta dal ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, che è stato un convinto assertore del ritorno al lavoro in presenza.

"La normativa e le regole attuali - afferma in una nota ufficiale il Dipartimento della Funzione Pubblica - già permettono ampia flessibilità per organizzare sia la presenza, sia il lavoro a distanza, tanto nel lavoro pubblico quanto nel lavoro privato". Ma il tema divide la politica e scalda la polemica proprio tra Forza Italia, schierata al fianco del ministro, e il Movimento guidato da Giuseppe Conte. "Senza parole per gli attacchi a Brunetta", dicono da Forza Italia. "Sgomenti per la reazione", ribattono da M5s.

La richiesta del ritorno al lavoro agile è stata messa sul tappeto dai sindacati già da alcuni giorni, insieme alla crescita dei contagi. Anche perché ora ci sono regole condivise che potrebbero essere applicate. "Si tratta ovviamente di una soluzione temporanea, già sperimentata con successo e riproponibile oggi con i necessari miglioramenti - afferma il segretario della Uil Pubblica Amministrazione, Sandro Colombi - A differenza del passato (marzo 2020) oggi le amministrazioni hanno a disposizione strumenti normativi e contrattuali molto più efficaci per gestire con flessibilità e intelligenza l'organizzazione del lavoro da remoto". La richiesta è rivolta alle diverse amministrazioni: prendano presto provvedimenti in questo senso.

La risposta del dipartimento per la Funzione Pubblica è comunque ferma. "La linea fin qui seguita dal Governo - viene spiegato - grazie alle vaccinazioni, al green pass e al super green pass, ha reso pienamente compatibile il massimo livello di apertura delle attività economiche, sociali e culturali con il massimo livello di sicurezza sanitaria". Viene quindi definito "incomprensibile" il richiamo del "tutti a casa" perchè il contesto è diverso da quello del lockdown generalizzato. Inoltre "le amministrazioni pubbliche possono decidere la rotazione del personale consentendo il lavoro agile anche fino al 49% sulla base di una programmazione mensile, o più lunga".

La richiesta di ritorno allo smart working era stata avanzata anche dal M5s secondo il quale "Brunetta sbaglia a ridurre all'osso il lavoro agile" che "ha dimostrato di essere uno strumento molto utile per evitare la paralisi del Paese". Una posizione questa contestata da una raffica di comunicati di deputati di Forza Italia che dicono "no al tutti a casa" e che trovano una controreplica dei deputati della commissione Affari Costituzionali della Camera che si dicono "sgomenti" e invitano il Ministro "ad agire tempestivamente, senza condizionamenti legati a preclusioni ideologiche".

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