Economia

Risparmio, italiani ottimisti ma il Covid pesa

Crea frattura sociale, ma la metà delle famiglie soffre ancora

Foto di archivio

Redazione Ansa

Italiani più ottimisti sul futuro, grazie ai soldi del recovery, alle vaccinazioni, e all'Europa, nei cui confronti la fiducia è ai massimi. Ma se per molti persino la pandemia non ha intaccato la tradizionale propensione al risparmio - anzi l'ha innalzata grazie ai lockdown - metà del Paese ancora stenta a riprendersi.
 E' la fotografia del Paese che, in occasione della Giornata mondiale del risparmio, arriva dall'indagine 'Gli italiani e il risparmio' realizzata a fine settembre dall'Acri con l'istituto di ricerca Ipsos. Ritrae - ha spiegato ieri il presidente dell'Acri Francesco Profumo durante una conferenza stampa alla vigilia della Giornata - "una vera e propria polarizzazione della società italiana, che ha radici antiche ma che è stata acuita dalla crisi economica e sociale innescata dalla pandemia: chi riusciva ad accumulare risparmi prima della crisi ha continuato a farlo in maniera crescente anche in anni di incertezza e chiusure di attività. Chi è andato in crisi non riesce a risalire".

 "Il ruolo giocato dall'Unione europea nei mesi appena trascorsi e la crucialità del sostegno economico portano più del 60% degli italiani a nutrire fiducia verso la Ue, dato questo che si innesta su un trend in crescita negli ultimi anni ( 57% nel 2020)", si legge. "La risposta straordinaria dell'Europa alla pandemia è stata compresa e apprezzata dagli italiani. I vaccini e il Next Generation Eu hanno convinto ancora più che l'adesione è una scelta giusta e irreversibile", ha spiegato Profumo che parla anche di un effetto-Draghi, con il premier che "crea un senso di fiducia". I dati dicono che gli italiani guardano al futuro "con rinnovato entusiasmo", con il 62% che si dice "molto o abbastanza appagato dalla situazione economica" dopo gli aiuti Ue e il successo delle vaccinazioni che "inducono a voltare pagina". E, in tema di risparmio, resta "molto alta", al 45%, la percentuale di italiani che sono riusciti ad accumulare "con tranquillità" risparmi negli ultimi 12 mesi, guardando soprattutto al futuro. 

Ma lo scenario è tutt'altro, se si guarda all'altra metà del Paese. "Abbiamo due Italie, una guarda con fiducia al futuro, l'altra teme di perdere la ripresa e si sente tagliata, fuori marginalizzata", ha commentato Nando Pagnoncelli, presidente dell'Ipsos che ha presentato i dati con Profumo. Il 27% del campione non è soddisfatto delle finanze familiari e l'11% è "molto preoccupato". E sale, dal 47% del 2020 al 49% del 2021, la quota che "ha esaurito o si rende conto di essere prossima ad esaurire le risorse a propria disposizione, sottolineando gravi mancanze". Le conseguenze su spesa e risparmio sono che è tornato a risalire, al 19% del 2021 contro il 16% del 2020, il numero di famiglie che anziché risparmiare, per andare avanti ha dovuto far ricorso a risorse proprie o a prestiti. Se il 19% delle famiglie, circa quattro milioni, è stato colpito direttamente dalla crisi pandemica, ben il 39% ha comunque fronteggiato difficoltà e rinunce, e il 10% ha "dovuto prendere atto di un peggioramento". Un quinto delle famiglie si è trovato dover gestire la perdita del posto di lavoro (12%) o condizioni retributive peggiori (10%).

 L'ottimismo sul futuro, complessivamente, è comunque in netto miglioramento rispetto a un anno fa. Ma la 'frattura sociale' ampliata dal Covid, ha spiegato Profumo, è qualcosa di cui "necessariamente dobbiamo tenere conto nel tracciare il futuro post pandemia" e che costituirà una delle basi discussione alla Giornata mondiale del risparmio oggi, dove interverranno il presidente dell'Abi Antonio Patuelli, il ministro dell'Economia Daniele Franco e il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Su quali dovrebbero essere le priorità di spesa degli oltre 200 miliardi di euro del recovery, cui sono agganciate molte delle attese di miglioramento, gli italiani sembrano avere le idee chiare: salute, istruzione e ricerca, transizione ecologica.

   

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