Economia

Forum ANSA Incontra, Iacovone (EY): "Per sbloccare l'Italia partire dal sistema educazione"

L'ad di EY Italia: "E contro la fuga di cervelli, pagare di più i giovani"

Redazione Ansa

In collaborazione con EY Italia

Per sbloccare e dare una spinta all'Italia, la prima cosa da fare oggi è "dirottare energie e risorse sulle nuove generazioni, quindi io partirei dal sistema educazione: un sistema educazione e formazione che funziona è quello che garantisce il futuro". Questa la prima delle misure necessarie indicate dall'a.d. di EY Donato Iacovone nel corso di un forum "ANSA Incontra" (trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook dell'Ansa e su Ansa.it).

"Avrebbe un ritorno a 5-10 anni, ma sarebbe la cosa giusta e il coraggio necessario per far ripartire questo Paese. Il secondo punto è che dobbiamo allargare la base di quelli che hanno accesso alle scuole: chi non è in grado e non ha risorse ma è un talento, secondo me deve poter avere accesso. La terza che è un po' una conseguenza: dovremmo spostare un po' di energie e risorse dalle persone più adulte a quelle più giovani, perché questo è un paese molto indebitato".

"Infine, un paese che non ha più danari deve portare sempre di più i privati a investire anche su temi che storicamente abbiamo ritenuto essere del passato: ci vogliono regole e controlli, perché non abbiamo sempre una storia felice di privati che entrano sugli asset pubblici; quindi facciamo crescere le regole e il rispetto, ma non chiudiamo gli investimenti pubblici ai privati", ha aggiunto Iacovone, concludendo: "Se facessimo un mix di questo daremmo una spinta al Paese anche di fiducia verso il futuro".

IL VIDEO DEL FORUM 

 

Per frenare la fuga dei cervelli "la risposta più facile e immediata sarebbe pagarli di più ed è un dato, perché un ingegnere che inizia a lavorare in Italia percepisce esattamente un terzo di uno che inizia ad Amburgo o a Londra. Ma non è la risposta esauriente". Così l'amministratore delegato di EY Italia, Donato Iacovone. Il primo problema da risolvere, ha spiegato, è certamente quello delle retribuzioni: "Se le aziende, con la giustificazione che c'è molta disoccupazione, offrono il minimo storico, vuol dire non essere nel mercato. Non si possono offrire mille euro quando c'è qualcun altro che ne offre 3mila". Ma ci sono altri due criteri - secondo Iacovone - che consentono di convincere i giovani a restare: "Investire sulla qualità del lavoro e l'impegno sulla sostenibilità, ma bisogna avere aziende che siano in grado di offrire queste prospettive alle persone".

"L'Italia è al 111mo posto per rispetto dei contratti. E' di questi giorni la questione di Arcelor Mittal. Io non so chi abbia ragione sulla vicenda ex Ilva - aggiunge l'amministratore delegato di EY Italia - e non sono in grado di giudicarlo, ma non è una buona stampa a livello mondiale perché quello che passa, anche se magari non è la verità, è che qualcuno ha preso degli impegni che oggi non sta mantenendo perché è cambiato un governo. Magari non è questa la verità, ma questo è quello che passa e non aiuta ad attrarre investimenti". 

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