Economia

Fisco: Bocconi-Bat, complessità costa all'economia paese

Palazzetti, serve fisco semplice, equo e prevedibile

Fisco: Bocconi-Bat, complessità costa all'economia paese

Redazione Ansa

"La complessità fiscale può costare all'economia italiana diversi decimi di punto di pil". E' il messaggio che emerge da una ricerca condotta dall'Osservatorio fiscale e contabile di Sda Bocconi, realizzata con il contributo di British American Tobacco Italia. In Italia la complessità e l'incertezza nel campo fiscale scoraggiano gli investimenti esteri e operazioni di fusione e acquisizione tra imprese, viene evidenziato nello studio, condotto intervistando i tax directors di grandi imprese con sedi in tutto il mondo, provenienti da diversi settori economici e con fatturati intorno al miliardo di euro. "L'Italia al momento è caratterizzata da un elevato grado di complessità e incertezza nella gestione della variabile fiscale per le grandi imprese, soprattutto nella gestione dei rapporti col fisco", ha spiegato il direttore dell'Osservatorio Carlo Garbarino, aggiungendo che "le grandi imprese hanno bisogno di avere una certezza in anticipo rispetto ai loro investimenti e, in base a queste certezze, avere un'idea di quando e come si debbano assolvere gli obblighi tributari. Ulteriori sviluppi nel programma dell'adempimento collaborativo e delle predeterminazioni normative del trattamento fiscale, in un quadro di totale trasparenza (quali interpelli e rulings), potrebbero contribuire al raggiungimento di un livello in linea con gli altri Paesi Ocse". Per British American Tobacco Italia, che contribuisce al reddito del paese con un esborso di 3 miliardi all'anno, serve "un fisco semplice, prevedibile, equo e per tutti. Questo è fondamentale per attrarre investimenti", ha evidenziato la presidente e Ad Roberta Palazzetti, "fiduciosa che il nuovo corso della politica potrà contribuire a creare le condizioni ideali per uno sviluppo condiviso, compiendo scelte che vadano nella direzione di assicurare la sostenibilità del business delle grandi aziende internazionali". "Non sarei sorpreso se una tax compliance più semplice e più ordinata desse un contributo nell'ordine di qualche decimo di punto di Pil", ha aggiunto l'ex direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini.
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it