Economia

Cantieri: sindacati no a contratti e subappalti selvaggi

600mila posti persi. 'Rilanciare il settore, rilanciare Paese'

Redazione Ansa

No a contratti e subappalti selvaggi. Questi, in sintesi i principali paletti dei sindacati in vista del tavolo tecnico di lunedì sullo sbloccacantieri. I rappresentanti dei lavoratori temono modifiche che possano ridurre trasparenza e controlli. Intanto il sottosegretario ai Trasporti Siri afferma: 'serve un commissario unico di coordinamento'.

Con il decreto legge 'Sblocca-cantieri' anticipiamo alcune misure contraddistinte da necessità ed urgenza. L'intenzione è approvare il decreto legge nel Consiglio dei ministri della prossima settimana". Così il premier Giuseppe Conte, secondo quanto riferiscono fonti presenti all'incontro a palazzo Chigi. "Siamo consapevoli che il codice degli contratti pubblici necessità - avrebbe spiegato Conte - di un intervento organico di riforma. Ma ciò richiede tempo. Il Mit ha aperto una consultazione pubblica, che ha raccolto 2.000 segnalazioni. Abbiamo adottato un disegno di legge delega per riformare il codice dei contratti pubblici, ma il Paese non può aspettare".

 Lunedi a Palazzo Chigi un tavolo tecnico

- Giornata di sciopero generale di otto ore (per l'intero turno) di tutti i settori delle costruzioni - edilizia, legno, cemento, lapidei, laterizi - proclamato dai sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil. Lo stop di cantieri, fabbriche del legno e arredo e cave viene accompagnato dalla manifestazione nazionale stamattina in piazza del Popolo a Roma, per il lavoro, gli investimenti, la ripresa e il futuro, che sia sostenibile e di qualità, con lo slogan: "Rilanciare il settore, rilanciare il Paese". I sindacati "la più grave crisi dal dopoguerra ad oggi" che li ha colpiti: oltre 600 mila le persone che hanno perso il lavoro, con il rischio di perderne ancora, insieme a 120 mila imprese chiuse, sono i dati su cui insistono le sigle di categoria, che spingono sullo sblocco dei cantieri e delle opere, grandi e non - c'è la Tav ma non solo -, da nord a sud e sugli investimenti. Secondo la Filca, se ripartissero i 600 cantieri fermi l'impatto sull'occupazione sarebbe di circa 350 mila posti

Leggi l'articolo completo su ANSA.it