Il cda di Tim ha convocato l'assemblea dei soci per il 29 marzo. Ha accolto la richiesta di Vivendi ma senza l'urgenza che il socio francese voleva trasmettere e riunendo in unica convocazione la richiesta di revoca di 5 dei 10 consiglieri indicati da Elliott, la nomina dei revisori e l'approvazione del bilancio 2018 e la relazione sulla remunerazione. Di conseguenza tutto il calendario dei prossimi mesi è stato anticipato, il cda sui conti dal 26 al 21 febbraio e l'assemblea ordinaria che era inizialmente convocata per l'11 aprile. Ai francesi però non basta, si tratta - accusano - di una tattica per perdere tempo e per questo continuano a tenere alta la tensione: "se i risultati finanziari e di governance della società non migliorano in modo significativo chiederemo la convocazione di una nuova Assemblea degli azionisti quest'estate". Elliott non si fa spaventare, forte del sostegno dei fondi e ricordando che in assemblea l'80% dei soci ha già una volta detto no a Vivendi, meno di 8 mesi fa e ora voglionio stabilità. "Gli azionisti non dovrebbero riconsegnare la società in mano a Vivendi, ma piuttosto dovrebbero concedere al nuovo, e indipendente, Consiglio di Amministrazione e al nuovo Amministratore Delegato il tempo sufficiente per mettere in atto la loro strategia e creare valore duraturo a beneficio di tutti gli azionisti". Il fondo sostiene di aver "cercato molte volte di avviare un dialogo costruttivo con Vivendi per appianare i contrasti e andare oltre le mere prese di posizione pubbliche. Tutti i tentativi sono tuttavia rimasti senza risposta". Elliott rimane aperta a un dialogo costruttivo nel convincimento che questo risponda al miglior interesse di tutti gli stakeholder di TIM, inclusa Vivendi".
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Non viene accolta richiesta Vivendi a stringere prima del 15/2