Economia

Pil: Boccia, governo si svegli, senza crescita non c'è futuro

'Potremmo ritornare alla crisi. I dati ci dicono che ci stiamo avviando ad una fase di decrescita'

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia

Redazione Ansa

"Il giudizio sulla politica economica del governo è unanime: grandi e piccole imprese, commercianti, artigiani, agricoltori, cooperative suonano la sveglia a un esecutivo che non può ignorare le ragioni economiche nell'interesse del Paese, puntando a maggiore occupazione e maggiore crescita". Lo dice, in un'intervista al Quotidiano Nazionale il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.

   "Manifestazione di Torino e flessione del Pil - spiega Boccia - sono entrambe una risposta alla manovra". Su quest'ultima aggiunge: "È possibile e doveroso cambiarla puntando sulla crescita, unico modo per raggiungere gli obiettivi dichiarati. Le nostre proposte sono note: intanto aprire cantieri e non chiuderli, motivo principale dell'iniziativa di lunedì, e poi pagare alle imprese i 65 miliardi dovuti dalla pubblica amministrazione, raddoppiare l'importo previsto dal fondo di garanzia per venire incontro alle esigenze di credito delle aziende, azzerare tasse e contributi sui premi di produzione per favorire lo scambio salario produttività, abbassare il cuneo fiscale, avviare una grande stagione d'inclusione dei giovani nel mondo del lavoro".

Sull'appuntamento di lunedì a Torino, Boccia aggiunge: "Se undici organizzazioni che rappresentano oltre 3 milioni d'imprenditori, più di 13 milioni di addetti e il 65% del valore aggiunto prodotto nel Paese riuniscono i loro vertici per firmare un documento congiunto a favore delle Tav, delle grandi opere, delle infrastrutture e della crescita, è un messaggio che deve far riflettere e che viene da tutti i protagonisti dell'economia".

Arrivando a Bologna al forum 'Pmi e persone al centro' organizzato da Piccola Industria di Confindustria, Boccia ha detto che sul fronte economico "la situazione è delicata: speriamo - ha aggiunto - che questo governo recuperi buon senso e pragmatismo e oltre ai fini elettoralistici del contratto di governo si ponga i fini di crescita che sono fini di interesse nazionale. Potremmo ritornare alla crisi - ha detto ancora Boccia -. I dati ci dicono che ci stiamo avviando ad una fase di decrescita che tutto è tranne che felice. Non so chi fa felice questa decrescita, noi no".

 "I posti di lavoro non si creano con l'assistenza - ha affermato ancora Boccia, parlando del reddito di cittadinanza -, si creano abbassando il cuneo fiscale e facendo una grande piano di inclusione per i giovani e il Paese a partire dal Mezzogiorno".  "Il termine lavoro - ha aggiunto - non è un termine che ultimamente sia molto usato e sia molto di moda: bisogna tornare alla centralità del lavoro e dell'occupazione nel Paese"

Leggi l'articolo completo su ANSA.it