Economia

Tria: 'Manca ancora stabilizzazione socio-economica'

'Area di povertà e disagio sociale è aumentata in modo insopportabile. Serve forte responsabilità e operazione verità'

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria

Redazione Ansa

La manovra messa in campo dal governo è "moderatamente espansiva. Dopo la crisi del 2008 siamo ancora lontani da Pil e dalla disoccupazione di 10 anni fa: è aumentata in modo insopportabile l'area di povertà e disagio sociale e non è stato raggiunto l'obiettivo di riduzione del debito né il pareggio bilancio, non abbiamo avuto la stabilizzazione economica, sociale e della finanza pubblica". Lo dice il ministro dell'Economia Giovanni Tria intervenendo in Senato sulla manovra.

Se confermata dall'Ecofin l'opinione della Commissione europea sulla manovra italiana "apre alla prospettiva di procedura infrazione sul debito, una prospettiva che pone il governo e il Parlamento sovrano di fronte alla necessità di assumere una decisione di forte responsabilità e di attuare una operazione di verità", ha aggiunto il ministro dell'Economia.

"Non è nostra intenzione parlare di responsabilità del passato e ho ricordato che si tratta della nostra storia comune, anche se il dibattito domestico non ci consente di accettare la morale in tema di politica e crescita", ha aggiunto Tria dopo aver ricordato come negli ultimi anni ci sia stato "un aumento della spesa corrente per finanziarie la stagione dei tanti bonus con oneri che continuano a pesare sul nostro bilancio".

"Stiamo attentamente valutando, man mano che va avanti il disegno delle misure fondamentali, i loro costi effettivi, se si possano cioè trovare gli spazi finanziari per migliorare l'equilibrio tra la crescita e il consolidamento dei conti pubblici. In questa direzione il dialogo con l'Ue può trovare spazi nuovi", ha spiegato Tria, in Aula in Senato.

"Il Parlamento rimane il luogo istituzionale dove i miglioramenti alla proposta del governo possono essere realizzati e approvati. Il mio sincero auspicio è che, guardando ai fatti senza drammatizzazioni ma con lucidità, potremmo tutti insieme giungere ad una soluzione ottimale. Lo faremo senza rinunciare alle nostre priorità", ha detto ancora Tria.

"Dobbiamo tenere conto dell'incerto contesto economico in cui ci troviamo e dell'alto livello dello spread" - ha detto ancora il titolare del Mef -, per questo si deve puntare "da una parte a rafforzare le misure di rilancio dell'economia e dall'altro ad una maggiore prudenza di spesa". Ma questo è "un dilemma che richiede un serio bilanciamento delle politiche". A questo si aggiunge "la necessità di non divergere dalle regole europee" che avrebbe ulteriori "effetti negativi sulla crescita e sulla politica espansiva, facendo aumentare il costo di finanziamento del debito".

E la Commissione Ue vuole vedere una correzione della traiettoria "considerevole, e non marginale", ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis rispondendo a una domanda sull'Italia.

"Con l'Ue abbiamo sempre interloquito, ci sono momenti in cui l'interlocuzione diventa più serrata - ha spiegato il premier Giuseppe Conte -. Questa è la fase in cui stiamo dialogando più serratamente, confidiamo che da questa interlocuzione nasca una soluzione condivisa, noi stiamo facendo la nostra parte perché questo accada e devo dire che dalle istituzioni europee ho trovato molta disponibilità". "Noi faremo di tutto per arrivare ad una soluzione condivisa ma nel rispetto dell'impostazione della manovra e senza arrivare allo stravolgimento. Abbiamo dei margini, confidiamo, rispetto alle verifiche tecniche". "Dombrovskis ha evidentemente delle certezze che io non ho. Parlerò con Juncker", ha detto ancora Conte rispondendo al fatto che secondo il vicepresidente della commissione Ue, Dombrovskis, nemmeno abbassare il tetto deficit/pil al 2,2% basterebbe ad evitare la procedura d'infrazione. "Confidiamo di avere margini rispetto ai saldi finali". "Ci stanno pervenendo le relazioni tecniche che ci consentiranno di calcolare fino all'ultimo euro le risorse finanziarie che riusciremo a recuperare se risulteranno superflue" rispetto alle riforme e che ci consentiranno di avere un margine negoziale", ha aggiunto ancora Conte.

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