Economia

Marchionne: da Popper a Einstein, 'il mondo che vorrei' - VIDEO

Il discorso al Politecnico di Torino del 2008 quando ricevette la laurea ad honorem

Sergio Marchionne

Redazione Ansa

Albert Einstein, Karl Popper, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, ma anche gli indigeni dell'Africa sub sahariana. Il suo 'mondo' Sergio Marchionne lo descrisse agli studenti del Politecnico di Torino: era il 27 maggio del 2008, esattamente quattro anni dopo la scomparsa di Umberto Agnelli, la crisi finanziaria iniziava a farsi sentire e Chrysler non era ancora all'orizzonte. Parlo' con gli studenti di una ''società multiculturale e pluralista'' per il successo, con il rispetto degli altri come un ''valore essenziale''.

''Rispetto per gli altri significa soprattutto rispetto per la diversità. E tutto questo richiede una grande apertura mentale. Credo - disse - ci siano due modi per affrontare le sfide di un'epoca globale''. Il primo è quello di ''restare concentrati su stessi e pensare che la propria cultura, le proprie convinzioni siano le uniche valide''. Il secondo atteggiamento - spiego' - e' invece di ''chi ascolta, di chi e' consapevole che esistono altri valori e altre culture, tradizioni e aspettative. Questo nel rispetto delle regole e dell'ordine sociale''.

''Si tratta - disse agli studenti - di due strade molto diverse. La prima e' più semplice e rassicurante, la seconda senza dubbio più laboriosa perchè richiede il porsi molte domande, e farsi venire molti dubbi. L'una non porta a nulla se non al conflitto, l'altra porta a una prospettiva di crescita collettiva. L'una ti rende straniero, l'altra cittadino del mondo''. Un concetto articolato illustrato nel corso del discorso di cinquanta minuti in occasione del conferimento della Laurea Magistrale ad honorem in ingegneria gestionale, e articolato con l'aiuto di citazioni filosofiche.

Mise in guardia gli studenti a non ''concentrarsi solo su se stessi'' perchè farlo è ''come dare vita a una tragedia senza eroi''. ''Il futuro ha scritto Karl Popper è molto aperto e dipende da noi, tutti noi. Dobbiamo diventare gli artefici del nostro destino. Dobbiamo imparare a fare le cose nel miglior modo possibile. Ma questo significa che dobbiamo cambiare noi stessi'' disse Marchionne. Poi citando Albert Einstein ricordò: ''bisognerebbe evitare di predicare ai giovani il successo nella solita forma come lo scopo principale della vita. Il motivo più importante per lavorare, a scuola e nella vita, è il piacere che si riceve dal lavoro, dai suoi risultati e la conoscenza del valore che questi risultati hanno per la comunità''.

''La conoscenza è come la nottola di Minerva'', che ''inizio' il volo sul far del crepuscolo'' aggiunse Marchionne, invitando i giovani a prepararsi per un ''campo aperto, globale, uguale per tutti''. La tendenza ''di tornare a un sistema di riposo come previsto dai principi annunciati da Newton e' enorme e di esempi'' ce ne sono molti, ma - fu il messaggio di Marchionne - non bisogna lasciarsi tentare: e' necessario buttarsi ''nel gioco senza sapere quale sarà la partita. Il mondo in cui viviamo e' ogni giorno nuovo, la probabilità che il futuro sia la replica del passato e' nulla''.

Osservando come la Fiat ''è parte della storia del paese'', Marchionne si dilungo' anche sul concetto di leadership, parole di attualità per Fca in questi giorni. ''La vera validità di un amministratore delegato oggi si può pesare soltanto in termini di impatto umano che ha sulla struttura. Il suo compito più importante è quello di scegliere leader giusti e metterli nei posti giusti'', ovvero persone che hanno il coraggio di sfidare l'ovvio e le vecchie abitudini.

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