Economia

Ricolfi, indici indicano tensioni

Spread con Germania imperfetto, valgono altri segnali

Redazione Ansa

Lo spread dei titoli di Stato italiani rispetto al bund è rimasto sostanzialmente immutato dopo il voto, ma altri indici dicono il contrario. E neanche i conti pubblici, stando agli indici alternativi calcolati dalla Fondazione David Hume, sono in miglioramento.

Lo scrive Luca Ricolfi, direttore scientifico della stessa Fondazione, in una nota in cui rileva che "l'andamento dello spread con la Germania è uno strumento di valutazione molto imperfetto, e potenzialmente fuorviante". Secondo Ricolfi, "un indice alternativo può essere costruito facendo la differenza fra i rendimenti dell'Italia e la media dei rendimenti di Spagna e Portogallo, ovvero dei due Piigs a noi più comparabili". E In questo caso la traiettoria dello spread appare molto diversa: prima nettamente discendente (miglioramento dell'Italia), poi nettamente ascendente (peggioramento).

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L'elemento più sorprendente, tuttavia, è il punto di svolta fra i due andamenti. Sia un'ispezione visiva sia l'analisi statistica mostrano che il punto di svolta fra le due traiettorie si colloca fra venerdì 2 marzo e lunedì 5 marzo, ovvero esattamente nel momento del voto. E ciò vale sia nel caso dello spread Italia-Spagna, sia nel caso di quello Italia-Portogallo". In entrambi i casi lo spread, rileva Ricolfi, raggiunge un minimo il 2 marzo, alla vigilia del voto, e comincia a salire subito dopo le elezioni.

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"Questo andamento non sarebbe preoccupante se, dal punto di vista obiettivo, i conti pubblici dell'Italia fossero in miglioramento. Ma non è così, sfortunatamente", prosegue Ricolfi. "L'indice VS, di Vulnerabilità Strutturale dei conti pubblici, messo a punto dalla Fondazione David Hume, mostra che, dopo un periodo favorevole durato circa due anni (dalla primavera del 2015 alla primavera del 2017), ora la tendenza dominante è tornata di nuovo negativa: la vulnerabilità dei nostri conti è in aumento", con un minimo segnato nella primavera 2017 e un trend al rialzo della vulnerabilità vista da allora.

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