Economia

Minali, la forza tranquilla del 'super ceo' di Cattolica

Da giugno al vertice della compagnia veronese, ha conquistato Warren Buffett e stretto sul bancassurance con Banco Bpm

Ad di Cattolica Alberto Minali

Redazione Ansa

   Alla guida di Cattolica da giugno, Alberto Minali, ha subito impresso una svolta alla storica compagnia veronese mettendo a segno un'alleanza nella bancassicurazione con il Banco Bpm, ormai alle limature finali. Il vero colpo di scena era arrivato però a inizio ottobre, quando l' 'oracolo di Omaha', il multimiliardario Warren Buffett, ha rilevato le quote della compagnia che facevano capo alla Banca Popolare di Vicenza, diventandone primo azionista con il 9,9%. Tutti hanno sospettato ci fosse proprio Minali alla regia, ma il diretto interessato ha glissato, assicurando di non essere neppure "stato messo al corrente" dell'acquisto. "Conosco bene la Berkshire Hathaway e gli uomini di Buffett negli Stati Uniti - ha dichiarato però al quotidiano di Verona l'Arena - e con loro abbiamo lavorato in questi mesi a una partnership tecnico riassicurativa che ci consentirà di averli tra i nostri riassicuratori". Ecco, Minali è proprio questo: un pacato manager veronese, capace di attivare relazioni nel Nebraska con una delle più grandi holding al mondo.

   52 anni, sposato, due figlie, nato appunto a Verona e laureatosi in Bocconi, Minali è molto stimato sul mercato finanziario e rispettato da chi ha lavorato con lui. Riservato ma sempre cortese, immune all'alterigia, è noto per essere un grandissimo lavoratore. Ha iniziato la corriera alle Generali nel 1991, nella divisione internazionale di business development, per poi diventare reinsurance underwriter nel Regno Unito e quindi responsabile finanza in Ina. Dal 2000 al 2005 è quindi passato in Allianz-Ras e poi in Eurizon, come cio, e cfo di Eurizon Vita. Per oltre cinque anni quindi è stato gestore della società di investimenti - sua creatura - Eskatos Capital Management, attiva nella gestione di fondi specializzati nel comparto assicurativo, poi venduta ad Azimut. Nel 2012 è quindi rientrato in Generali come direttore finanziario, diventandone poi anche direttore generale all'uscita di Raffaele Agrusti.

   "Buffett ha investito nella Cattolica di oggi e in soprattutto quella di domani, perché crede che sia sottovalutata e che ci sia un grande margine di crescita", ha raccontato Minali dopo l'arrivo di Berkshire: C'è da credere che pensi di aver solo avviato il lavoro nella compagnia.

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