Economia

Bce conferma tassi, esclude nuovi tagli

In comunicato su previsioni sparisce parola 'più bassi'

ECB Governing Council meeting in Tallinn

Redazione Ansa

 La Bce conferma i tassi di riferimento, mantenendo a zero quello principale e negativo quello sui depositi, ma esclude la possibilità di tagliare i tassi, portando quindi anche quello principale in territorio negativo. Nel comunicato a seguito della riunione del consiglio che ha mantenuto invariati i tassi infatti sparisce la parola 'più bassi' che ha accompagnato le ultime volte la frase sulle previsioni. Francoforte nel comunicato scrive così solo che "prevede di mantenere i livelli dei tassi di interesse al livello attuale per un periodo prolungato e anche oltre l'orizzonte temporale del quantitative easing".

CONFERMATO QE FINO A DICEMBRE La Bce conferma il Quantitative easing al ritmo attuale di 60 miliardi di euro al mese di acquisti netti di attività fino alla fine di dicembre 2017 e o "anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione". E' quanto si legge nel comunicato dopo la decisione di mantenere invariati i tassi. "Contestualmente agli acquisti netti - spiega Francoforte - sarà reinvestito il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività. Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell'inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata"

TAGLIO A STIME INFLAZIONE La Bce rivede al ribasso le stime d'inflazione dell'Eurozona, portandole a 1,5% per quest'anno, a 1,3% il prossimo e a 1,6% per il 2019. Le precedenti previsioni stimavano un carovita rispettivamente all'1,7%, all'1,6% e all'1,7%

CHI NON FA RIFORME ESPOSTO A FINE QE "I Paesi che hanno una posizione di bilancio debole, una bassa crescita e una mancanza di riforme strutturali saranno più esposti di altri" ad un rientro delle misure straordinarie di politica monetaria. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, rispondendo a una domanda sulle conseguenze per l'Italia.
   

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