Economia

Lunedì cda Alitalia. Sindacati su sentiero di guerra

Primo esame piano. Esuberi, taglio costi, flotta e investimenti

L'ala di un aereo Alitalia in volo

Redazione Ansa

Nuovo cda di Alitalia lunedì. Ma nemmeno questo sarà il consiglio che darà il via libera all'atteso piano industriale. Nonostante il pressing del Governo e l'attesa 'armata' dei sindacati, probabilmente si dovrà attendere un secondo cda per l'ok definitivo di un documento che, nelle bozze esaminate dai soci, si prevede sia difficile da digerire per le organizzazioni dei lavoratori. Sul tavolo infatti, oltre a una cifra probabilmente poco inferiore a 2.000 esuberi, importanti 'sforbiciate' al costo del lavoro, alle spese e nessun investimento sulla flotta.

L'avvio dunque di quella che è stata denominata la 'fase due' dell'Alitalia targata Etihad, si preannuncia piuttosto complicato. Anche perché a rendere ancora più complesso il quadro della compagnia è il confronto interno che riguarda i vertici. Se da un lato infatti il nome di Luigi Gubitosi come prossimo capo azienda appare fortemente sostenuto dai soci bancari, dall'altro non è ancora stato messo l'ok definitivo sull'uscita dell'attuale a.d. Cramer Ball. Con rumors, che affondano le radici ad Abu Dhabi, che ipotizzano addirittura una 'convivenza' dei due. Sullo sfondo, poi, le decisioni che prenderà il presidente Luca Cordero di Montezemolo, ancora al suo posto per richiesta di tutti soci, ma che da tempo riflette sull'opportunità, completata la prima fase di rinnovo della compagnia, di fare un passo indietro.

Tornando al piano industriale, il confronto con i sindacati si preannuncia tutto in salita. Se le indiscrezioni circolate fossero vere, a partire da un taglio medio degli stipendi del 31%, come scrive 'Il Sole 24 Ore' - afferma il segretario nazionale della Cgil che segue il settore, Nino Cortorillo - "la trattativa sarebbe impossibile". Che ricorda come "abbiamo detto no alle modifiche chieste sul contratto perché ci sembravano inaccettabili", figuriamoci ad un ulteriore peggioramento per i lavoratori. Cortorillo sottolinea inoltre che il costo del personale è di circa il 17% dei costi complessivi e non è l'area su cui incidere. "Siccome si perde volando - dice - si è deciso di volare meno ma non è la soluzione. Dieci anni fa l'azienda aveva 200 aerei contro i 120 attuali e 20.000 dipendenti contro i circa 12.000 attuali ma la contrazione continua delle attività non ha risolto nulla". Dello stesso parere il segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi. "Non ci sono margini per la trattativa" dice, ricordando che "il costo del lavoro - sottolinea - rappresenta meno del 17% del costo complessivo e il 19% dei ricavi. Il problema vero sono i ricavi che non aumentano. Nel 2016 rispetto al 2015 ci risulta un calo di circa 400 milioni". 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it