Economia

Generali, battaglia finita. Intesa non va avanti

Completata analisi su possibili combinazioni industriali

L'Ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina

Redazione Ansa

Generali, battaglia finita. L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, boccia il dossier di una possibile integrazione. Il suo istituto non vede infatti opportunità dalla possibile e ventilata integrazione tra i due gruppi. A spiegarlo è la stessa banca milanese in un comunicato nel annuncia di avere "completato le valutazioni di ipotesi riguardanti possibili combinazioni industriali" con Generali.

"Alla luce delle analisi condotte in base alle informazioni allo stato pubblicamente disponibili" - spiega Intesa SanPaolo - il management dell'istituto ''non ha individuato opportunità rispondenti ai criteri - di creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti, in coerenza con l'obiettivo di mantenimento della leadership di adeguatezza patrimoniale - con cui valuta regolarmente le opzioni di crescita endogena ed esogena per il Gruppo".

L'istituto - spiega la banca in una nota - accrescerà per via endogena la creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti, preservando la leadership di adeguatezza patrimoniale, secondo linee d'azione che saranno alla base del prossimo Piano di Impresa e in continuità con il Piano di Impresa 2014-2017, in relazione al quale è stato confermato l'impegno alla distribuzione di dieci miliardi di euro di dividendi cash complessivi per il quadriennio Intesa cita in particolare sette punti, a partire dalla volontà di avere "un'ulteriore significativa crescita nel settore del wealth management, anche in considerazione del notevole potenziale di conversione delle altre attività finanziarie attualmente detenute dalla clientela, con circa 30 miliardi di euro di titoli obbligazionari retail in scadenza nel triennio 2017-2019, oltre 30 miliardi di euro di depositi affluiti nelle Divisioni Banca dei Territori e Private Banking dall'ultimo trimestre del 2015 e oltre 150 miliardi di euro di raccolta amministrata in essere".

Mira poi a un rilevante sviluppo del ramo assicurativo danni, a dare un forte impulso al cross-selling, a nuove iniziative di espansione della banca multicanale e digitale, a un'elevata reattività del margine d'interesse all'aumento dei tassi, e al mantenimento dell'eccellenza nel cost/income ratio. Infine l'istituto afferma di puntare a un notevole miglioramento della qualità dell'attivo e del costo del rischio, anche mediante adeguati investimenti in risorse umane e tecnologiche dedicate, con una riduzione dell'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi alla clientela, senza operazioni straordinarie. Ad oggi tale incidenza è attesa riportarsi nel 2019 ai livelli del 2011, ossia al 10,5% al lordo delle rettifiche di valore e al 6% al netto, dal 14,7% e 8,2%, rispettivamente, di fine 2016   

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