Economia

P.A.: riforma, arriva più spazio ai contratti

Nel pomeriggio il tavolo con i sindacati. In ogni ufficio un 'termometro' dello stato di soddisfazione dei cittadini per i servizi svolti, stop alle privatizzazioni per fare cassa

Il ministro Marianna Madia

Redazione Ansa

Si disegna un nuovo equilibrio tra legge e contratto nazionale per regolare i rapporti di lavoro nella P.a: non sarebbe più la legge a dettare ogni aspetto, ma conservando il ruolo di cornice invalicabile, rimetterebbe al contratto la possibilità di intervenire. Sarebbe questa, secondo il testo che l'ANSA è in grado di anticipare, una delle novità che dovrebbe essere inserita nella riforma Madia, che sarà al centro del tavolo con i sindacati nel pomeriggio.

Si supererebbe così la riforma Brunetta che, a differenza di quanto avviene nel privato, aveva individuato la legge come strumento quasi esclusivo di regolazione dei rapporti di lavoro. Il passaggio cruciale, seguendo l'impostazione tracciata in passato da D'Antona, sta nel riconoscere ai contratti la possibilità di derogare la legge quando questa dovesse 'invadere' profili che riguardano il rapporto di lavoro nel pubblico impiego. Al momento invece la derogabilità è consentita solo se espressamente prevista dalla legge, un limite stringente. 

Ogni amministrazione pubblica dovrebbe poi adottare sistemi per la rilevazione del grado di soddisfazione di cittadini e utenti per i servizi e le attività svolte, in un'ottica di ampliamento della partecipazione. Inoltre, l'organizzazione degli uffici pubblici e la gestione dei rapporti di lavoro spetteranno alla dirigenza fatta salva la sola informazione ai sindacati o, ed è la novità, altre formule di partecipazione sindacale se previste dai contratti. Finora la legge sostanzialmente impedisce ai dirigenti di andare oltre la semplice informativa. Con la riforma invece, laddove il contratto nazionale dovesse prevederlo, i dirigenti, sulle materie attinenti all'organizzazione del lavoro, potranno interagire con le organizzazione sindacali anche con altri strumenti, ma senza avere l'obbligo di contrattare.

Sembrerebbe venir meno, invece, la misura che consente alle amministrazioni pubbliche di privatizzare, esternalizzare, servizi per ottenere risparmi. L'eliminazione della norma è stata richiesta dai sindacati, anche per i possibili gli impatti sul personale.

 

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