Economia

Edilizia: Ance, un terzo fondi strutturali Ue per settore

Dei 51,8 miliardi di euro di fondi strutturali europei 2014-2020, circa 15,2 miliardi sono in grado di attivare la domanda edilizia

Redazione Ansa

Dei 51,8 miliardi di euro di fondi strutturali europei 2014-2020, circa 15,2 miliardi sono in grado di attivare la domanda edilizia. Di questi 11,8 miliardi arriveranno da programmi regionali e 3,4 da Pon nazionali. Sono le stime presentate dall'ufficio studi dell'Ance in occasione di un seminario sulla programmazione europea.

L'Ance avverte però che per sfruttare al meglio questi fondi sarà necessario cambiare mentalità: "Occorre passare dalla logica dei bandi a quella dei progetti - ha spiegato il presidente Claudio De Albertis - fino ad oggi l'approccio è stato quello di partire dai fondi disponibili, attendendo passivamente i bandi, per pensare poi ai progetti. Bisogno invertire il metodo, ossia partire dai progetti che corrispondono ai bisogni dei territori e non limitarsi a chiedere il mero inserimento di interventi, spesso superati o sovradimensionati, nell'elenco delle opere da finanziare".

L'associazione degli imprenditori edili stima che gli impatti maggiori per il settore si avranno nelle Regioni meno sviluppate che ricevono più fondi: in Sicilia, Puglia e Campania il possibile impatto supera i due miliardi, 1,1 quello per la Calabria e 404 milioni per la Basilicata. Sono attesi effetti positivi anche per Sardegna 346 milioni, Lazio 306 milioni, Piemonte 274 milioni e Lombardia 262.

"15,2 miliardi sono una cifra incredibile - ha spiegato De Albertis - il grande tema al momento è l'accelerazione della spesa, perché sono tantissimi soldi da usare nell'edilizia e nelle infrastrutture, la parte in questo momento più problematica del paese e che deve essere riposta al centro dell'attenzione perché per troppo tempo tutti ce la siamo dimenticata, in un momento di carenza di risorse queste cifre sono importantissime". Il presidente dell'Ance ha insistito in particolare sugli effetti dei progetti: "bisogna partire dai progetti pensati e utili per rendere competitiva una parte del territorio. Progetti utili perché accanto alle risorse pubbliche ci può essere un'attivazione di risorse private: un rapporto virtuoso potrebbero essere 15 miliardi che ne mobilitano complessivamente 45. Inoltre possono essere monitorati nel tempo gli effetti per definire una checklist che faccia capire quali siano le priorità e quali sono state le infrastrutture che hanno avuto effetto volano sul territorio".

Se non riparte mercato interno no pil oltre 1% - "I dati Istat ci fanno piacere perché abbiamo bisogno di un paese che cammini, il problema è che i dati sono influenzati dall'export: o riparte il mercato interno del quale rappresentiamo una fetta enorme, o l'obiettivo del Premier di una crescita sopra l'1% non si raggiunge". Lo ha detto il presidente dell'Ance, Claudio De Albertis, a margine di un convegno sui fondi europei. "La legge di stabilità ha dato segnali importanti di controtendenza con alcune norme sulla fiscalità e sulla casa - ha aggiunto - però penso che in questo momento ci sarebbe bisogno di qualcosa d'altro, soprattutto per far ripartire una questione fondamentale come la casa. Qui non c'è bisogno di soldi, ma di qualche norma che agevoli, oggi di grande attualità è il tema della rigenerazione urbana: è incredibile che io su case demolite e ricostruite io debba pagare gli oneri come nuove costruzioni. Ci sono alcune questioni che se fatte subito potrebbero avere degli effetti immediati perché abbiamo bisogno che questo 2016 crei una svolta anche sul mercato interno".
   

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