Economia

Borsa. Piazza Affari maglia nera in Europa, scivola con le banche

Asia positiva con Tokyo, male Shanghai con dati Cina

Borsa, foto di archivio

Redazione Ansa

Banche sotto esame in Borsa dopo l'intesa trovata dall'Italia con l'Unione europea per la gestione delle sofferenze.

Peggiora Piazza Affari a metà seduta con il Ftse Mib che cede l'1,54% schiacciato dalle vendite sulle banche e Finmeccanica, in asta di volatilità dopo aver perso il 6,6%. Tra i bancari male Bper (-4,3%), Ubi (-4,3%) e il Banco Popolare sospeso dopo aver registrato un calo del 4,4% mentre resiste Mps (+3,8%). Pesanti anche Yoox (-4,2%) e Azimut (-3%), si spegne presto la fiammata di Fca (-2%) dopo i conti, con ripercussioni anche per Exor (-2,8%). Resta debole Generali (-1,9%) dopo l'addio del ceo Mario Greco mentre non si arresta l'ondata di vendite su Saipem, con le azioni (-6,2%) e i diritti (-8,2%) ancora pesanti. Il listino milanese è di gran lunga il peggiore in Europa: Londra cede lo 0,4%, Madrid lo 0,5%, Parigi e Francoforte lo 0,6%.

Petrolio: torna in calo attorno ai 30 dollari, -1,15%  - Torna in calo il prezzo del petrolio che si riporta sulla soglia dei 30 dollari. Il greggio Wti del Texas scende dell'1,15% a 30,3 dollari al barile. Il Brent arretra del 2,4% a 31,05 dollari.

Asia positiva con Tokyo, male Shanghai con dati Cina  - Seduta positiva per le Borse asiatiche con l'eccezione degli indici cinesi, scesi ai minimi degli ultimi tredici mesi dopo che il deciso calo dei profitti delle società industriali a dicembre ha riacceso i timori sul rallentamento dell'economia di Pechino. A guidare i rialzi è stata Tokyo (+2,7%), spinta dal progetto di alleanza tra Toyota (+4%) e Suzuki (+11%), seguita da Seul (+1,4%), Hong Kong (+1,2%, con il listino ancora aperto) e Taiwan (+0,3%). Fuori dal coro, oltre a Shanghai (-0,5%) e Shenzhen (-0,8%), è rimasta anche Sydney (-1,2%). la principale borsa cinese ha recuperato nel finale dopo che in corso di seduta era arrivata a perdere fino al 4,1%. Il calo del petrolio, con il Wti sceso sotto i 31 dollari al barile, dopo che i dati negli Usa hanno messo in evidenza un aumento delle scorte, pesa però sui future sia in Europa che negli Stati Uniti, tutti in calo.

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