Economia

Iran: costruzioni e trasporti, imprese private in campo

Cercano partner e tecnologie italiane, tante le grandi opere in programma

Iran: costruzioni e trasporti, imprese private in campo

Redazione Ansa

Il settore delle costruzioni in Iran conta 30 mila imprese private che, nonostante le difficoltà causate negli ultimi anni dalle sanzioni sono riuscite a realizzare anche importanti opere pubbliche. A dirlo è Maziar Khansari, dirigente della Herison Construction Company, che ha partecipato ad un recente incontro all'Ance tra 150 imprese italiane, una delegazione governativa da Teheran e l'Associazione iraniana delle aziende del settore (Acco.ir). Si è trattato di una tavola rotonda sulle infrastrutture organizzata dal ministero degli Esteri insieme a Ice e Ance, presente il viceministro per Strade e sviluppo urbano, nonche' presidente delle Ferrovie, Mohsen Pour Seyed Aghaei. Presenti anche altri tre ministeri iraniani e nove agenzie governative. "Per tutto il periodo delle sanzioni - dice il giovane imprenditore, vice amministratore delegato dell'azienda di famiglia, attiva dal 1969 e tra i 'top contractors' del Paese - le compagnie private hanno continuato a costruire strade, ferrovie, metropolitane e dighe. E mi è parso che gli italiani presenti all'incontro ne fossero abbastanza sorpresi". In effetti il settore privato rappresenta soltanto il 30-40% dell'economia iraniana, con la restante parte occupata non solo dal governo ma anche da altri soggetti come le Guardie della rivoluzione o le fondazioni religiose. "Ma l'imprenditoria privata ha le competenze per realizzare molti tipi di progetti - afferma Khansari - e poter competere con la Turchia anche nella regione mediorientale. Quello che manca sono macchinari e tecnologie, in questi anni ne sono giunte solo dalla Cina, insieme a fonti di finanziamento".

Molte imprese hanno dovuto chiudere, prosegue, ma per quelle che hanno continuato a lavorare i margini sono stati molto limitati, mentre altre hanno preferito l'edilizia residenziale. Le risorse del governo, per l'embargo di Usa ed Europa sul petrolio iraniano e la discesa del prezzo del grezzo, si sono intanto ridotte all'osso, e le sanzioni che hanno escluso l'Iran dai circuiti finanziari internazionali hanno fatto il resto. Per questo, dice ancora Khansari, e' comprensibile che le imprese italiane chiedano garanzie sui propri impegni finanziari e cerchino progetti a breve termine, che rientrino nel periodo di stabilita' politica garantita dal presidente Rohani. Il quale punta ad una vittoria delle forze moderate nelle legislative del 26 febbraio prossimo e una riconferma del mandato nel 2017.

Ma l'Italia, che in novembre ha organizzato una mega missione guidata dal viceministro Carlo Calenda a Teheran, e' anche il solo Paese ad aver organizzato un'iniziativa come quella dell'Ance - sottolinea ancora l'imprenditore -, cui dovrebbe presto fare seguito una nuova missione dei costruttori in Iran. A Roma sono stati presentati oltre un centinaio di progetti infrastrutturali che l'Iran si propone di realizzare, e Aghaei ha incontrato inoltre l'ad di Fs Renato Mazzoncini, per discutere anche di quelli in cui e' gia' coinvolta Italferr. Ma oltre che allo sviluppo delle ferrovie, finora quasi esclusiva di cinesi ed indiani, l'Iran cerca investimenti esteri anche in porti, aeroporti e ospedali. Coinvolti dunque, dicono all'Ance, anche Italcertifer, Anas International - con il sostegno di Sace e banche - e tutto il sistema delle Pmi italiane. L'Iran ha una valenza strategica, per ragioni geografiche e di assi di trasporto, non solo per l'industria delle costruzioni italiane, che gia' opera in 85 Paesi con contratti per 100 miliardi di dollari, ma anche per quelle di ingegneria, impiantistica, macchinari e trasporto. Alle quali l'Iran, pronto a significativi sgravi fiscali, chiede di agire in partnership con quelle locali anche per formare quadri e maestranze.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it