Economia

Telecom: ingresso Vivendi, parola ai soci il 15 dicembre

Cda ritiene adeguato numero attuale ma nomine sono opportunità

Telecom

Redazione Ansa

 Parola ai soci Telecom il 15 dicembre per allargare da 13 a 17 componenti il cda in cui siederanno i vertici di Vivendi, a partire dal loro amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine che potrebbe fare il suo debutto già il 16 dicembre.
    Tra l'assemblea dei soci per l'approvazione del progetto di conversione delle azioni di risparmio e il 17 dicembre quando si riuniranno gli azionisti di risparmio dovrebbe riunirsi il consueto cda utile per cominciare a ragionare sul nuovo piano industriale triennale. Un passo alla volta, per ora è stato integrato, com'era nelle attese, l'ordine del giorno dell'assemblea e quasi scontato sembra anche il voto dell'assemblea considerando che Vivendi vota per il 20,11% del capitale. Il Cda però "ribadisce di reputare la propria attuale composizione adeguata" e in chiave prospettica "un numero di consiglieri compreso tra 11 e 13 viene tuttora considerato congruo ed adeguato" anche se altre nomine possono "essere un'opportunità", scrive in un documento di valutazione (approvato con un voto contrario) che di fatto risponde al comitato gestori di Assogestioni. La premessa è però che Vivendi ''risulta legittimato e ha correttamente esercitato il diritto alla richiesta di integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea" e sarà poi "l'assemblea a dover determinare il dimensionamento dell'organo e scegliere gli amministratori". Non ultimo il board non manca di segnalare come "l'idoneità dei candidati appare indiscutibile".

    A parere di Vivendi la nomina del ceo Arnaud de Puyfontaine, il cfo Hervé Philippe, il coo Stephane Rousell e l'indipendente Felicité Herzog "consentirà di adeguare la rappresentanza in seno al cda al mutato azionariato della società" e "permetterà di arricchire ulteriormente le competenze presenti nell'ambito dell'organo amministrativo, che si alimenterebbe del contributo di nuove professionalità ed esperienze di primario livello in contesti internazionali, così favorendo una più efficace azione del Consiglio". Telecom richiama i soci all'unità e "auspica che l'Assemblea assuma una posizione quanto più condivisa". Così si conclude il parere, favorevole anche se non si esclude a priori che in assemblea possano essere avanzate delle controproposte ma il cda precisa che saranno votate solo in caso di mancata approvazione delle proposte Vivendi. Sarà comunque il presidente Recchi a decidere (come prevede il regolamento assembleare) se sono coerenti con l'ordine del giorno ed è possibile ammetterle al voto.

    Intanto il consigliere Tarak Ben Ammar prova a buttare 'acqua sul fuoco' per spegnere i rumors che vedono ai ferri corti il presidente Giuseppe Recchi e l'ad Marco Patuano. "E' fantascienza" dice in mattinata Ben Ammar commentando le voci circolate dopo il precedente consiglio di amministrazione durante il quale, a sorpresa, il presidente Recchi aveva portato al voto, all'insaputa di Patuano, la proposta di conversione delle azioni di risparmio. Torna sul tema alla fine della riunione precisando che l'ad ha la sua fiducia e presuppone quella dell'intero consiglio e non ultima quella di Vincent Bollorè. Mentre si va alla conta dei voti da segnalare alcuni movimenti nell'azionariato con Jp Morgan Chase che ha ridotto la sua partecipazione dal 5,13% al 4,98% del capitale. La banca americana, la cui quota è al servizio del convertendo emesso da Telefonica su azioni Telecom, si avvarrà inoltre - emerge dalle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti - dell'esenzione dall'obbligo di rendere pubbliche movimentazioni della quota entro il 5%. Oltre a Jp Morgan anche Norges Bank ha limato la sua partecipazione in Telecom, scesa dal 2,01% all'1,86%.
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it