Economia

Pensioni: cantiere flessibilità, le ipotesi

Le misure allo studio per favorire donne e disoccupati 'senior'

Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti

Redazione Ansa

Una nuova ''opzione donna'' per favorire l'uscita in anticipo delle lavoratrici con una penalizzazione massima del 10% e l'arrivo di un analogo meccanismo per i disoccupati senior, che hanno perso il lavoro a pochi anni dalla pensione per i quali si studia anche un assegno di solidarietà. Sono queste alcune delle novità sul tavolo dei tecnici e che il governo potrebbe valutare nell'introdurre una maggiore flessibilità per l'uscita dal mondo del lavoro.

- OPZIONE DONNA : Il Governo lavora all'uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni, quindi con tre anni di anticipo, e con 35 di contributi. E' una nuova versione della vecchia ''opzione donna'' che prevedrebbe una riduzione dell'assegno legata alla speranza di vita e non più un ricalcolo della pensione su base esclusivamente contributiva. La riduzione si attesterebbe a circa 10% per tre anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia (contro il 25-30% di taglio che arriverebbe con il sistema contributivo). La proposta affronta lo ''scalino'' che la riforma Fornero prevede per le donne: le lavoratrici del settore privato dal prossimo anno dovranno attendere un anno e 10 mesi in più con il passaggio dell'età di vecchiaia da 63 anni e 9 mesi a 65 anni e 7 mesi mentre le lavoratrici autonome dovranno attendere un anno e 4 mesi in più (da 64 anni e 9 mesi a 66 anni e un mese). Nel lungo periodo l'operazione dovrebbe essere neutra per i conti dello Stato ma per i primi anni di utilizzo dell'opzione bisognerà trovare una copertura perchè le pensioni, anche se più basse, si pagheranno in anticipo e per un tempo più lungo.

- 'OPZIONE UOMO' PER DISOCCUPATI SENIOR: Per i lavoratori che perdono l'occupazione a pochi anni dalla pensione si studia 'l'opzione uomo', ovvero la possibilità di accedervi con 3 anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia (66 anni e 7 mesi dal 2016) con un taglio dell'assegno legato non al ricalcolo contributivo, ma all'equità attuariale, cioè al tempo più lungo di percezione dell'assegno. Il Governo studierebbe anche il prestito pensionistico e una sorta di assegno di solidarietà per le situazioni di maggiore disagio, da restituire una volta che si raggiungono i requisiti di pensione.

- IPOTESI NEL CASSETTO: Sembrano archiviate scelte più radicali, riguardanti i lavoratori in generale: quella avanzata in Parlamento da Damiano-Baretta (2% di taglio per ogni anno di anticipo con un limite dell'8%) e quella sulla "quota 100" tra età e contributi per i costi che potrebbero avere. Secondo i calcoli dell'Inps, esposti dal presidente Boeri in un'audizione alla Camera a giugno, le due ipotesi costerebbero a regime rispettivamente, se tutti coloro che ne hanno diritto utilizzassero l'opzione, 8,5 e 10,6 miliardi l'anno. Troppo per i conti dell'Italia.

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