Economia

Le Borse e l'intesa Grecia, Europa +2%

Milano +1%, in 4 giorni rally Ue 6,3%, spread a 125, euro va giù

Redazione Ansa

I mercati nella giornata di lunedì hanno festeggiato l'accordo dell'Eurosummit sulla Grecia. I timori della vigilia sono ormai alle spalle e l'indice azionario paneuropeo Stoxx Europe 600 sale dell'1,97%. Per il Vecchio Continente diventa così il rally più ampio dal 2011, con guadagni in quattro giorni del 6,3%. A Milano la Borsa sale dell'1%, tra acquisti sul lusso e le banche, Parigi sale dell'1,94%, Francoforte dell'1,49%, mentre il Portogallo va su dell'1,52%.

Sulle piazze finanziarie non si vede però l'euforia delle grandi svolte, a testimonianza dei molti passaggi ancora necessari. Così lo spread in avvio brinda stringendosi fino a 115 punti, poi però si allarga nuovamente per chiudere sui livelli di venerdì (125 punti il differenziale tra il btp e il bund decennale). Va comunque bene l'asta dei Btp in programma sulle varie scadenze: il Tesoro ne colloca 7,3 miliardi, poco meno del target massimo a 7,5 miliardi, con tassi in calo (il rendimento medio del triennale è sceso ad esempio allo 0,48% da 0,5% di giugno). Anche più cauto l'euro, che finisce perfino in calo, complice anche l'attesa sui mercati che la Fed americana avrà ora più agio ad alzare i tassi Usa da qui a fine anno: Alla fine la moneta unica europea cala dell'1,17% a 1,1031 sul dollaro, azzerando i guadagni di venerdì. Rispetto allo yen va in calo dello 0,4% portandosi a quota 136,38, dopo un balzo ben del 2,3% la sessione precedente.

Giovedì si riunirà la Bce - che ha mantenuto invariata a 89 miliardi la liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche - ma non sarebbero alla vista svolte. In calo anche le quotazioni del petrolio, ma qui domina più che altro l'attesa di un accordo a breve sul nucleare iraniano: il Wti scende dello 0,7% a 52,35 dollari al barile, mentre il brent cede l'1,5% a 57,86 dollari al barile. Quanto all'intesa raggiunta nella maratona storica dell'Eurosummit, gli analisti ed economisti delle varie banche d'affari sembrano per ora reagire con prudenza. Credit Suisse ad esempio dà ancora al 30% le probabilità di Grexit entro l'anno, per le incertezze di breve termine legate al voto necessario nei parlamenti di sei paesi membri (la banca vede anche un rischio di voto contrario della Finlandia), e per i rischi di implementazione degli accordi.

Quanto al parlamento di Atene, ritiene probabile un sostegno al governo di Alexis Tsipras anche dalle opposizioni, ma prevede slittamenti. I mercati "dopo una prima naturale reazione positiva potrebbero risentire dell'incertezza legata ai diversi passaggi con una volatilità destinata a restare molto elevata", nota così Alberto Biolzi di Cassa Lombarda. Per la svizzera Ubs, infine, "l'euro non funziona" e secondo l'economista della banca Paul Donovan "il fatto che l'esistenza dell'euro come unione monetaria sia (essenzialmente) stata discussa in una conferenza notturna commenta il fallimento della struttura europea".

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