Economia

Fmi: crescita potenziale non torna a livelli pre-crisi

Almeno nel medio termine, fra sfide sostenibilita' bilancio

Christine Lagarde

Redazione Ansa

La crisi ha rallentato la crescita mondiale, con effetti anche su quella potenziale che non tornerà ai livelli pre crisi almeno nel medio termine. Lo afferma il Fmi, sottolineando che le più basse prospettive di pil potenziale sollevano nuove sfide politiche, come il raggiungimento della sostenibilità di bilancio."Aumentare la crescita potenziale deve essere una priorità".

''La crescita potenziale nelle economie avanzate probabilmente aumenterà leggermente rispetto agli attuali livelli ma i tassi resteranno al di sotto di quelli pre crisi nel medio termine. Le ragioni alla base sono l'invecchiamento della popolazione e la lenta ripresa dell'accumulo di capitale'' afferma il Fmi nei capitoli analitici del World Economic Outlook. Nelle economie avanzate il potenziale di crescita è sceso da leggermente meno del 2% nel periodo pre-crsi (2006-2007) a circa l'1,5% nel 2013-2014. Nelle economie emergenti il potenziale di crescita e' sceso di due punti percentuali. ''La crescita potenziale nelle economie avanzate dovrebbe salire leggermente, da una media dell'1,3% durante il 2008-2014 all'1,6% del 2015-2020. Questa crescita e' ben al di sotto dei livelli pre crisi (2,25% durante il 2001-2007)'' mette in evidenza il Fmi. ''Le ridotte prospettive del potenziale di crescita nel medio termine creano nuove sfide per la politica. Sia nella economie avanzate sia in quelle emergenti, il più basso potenziale di crescita renderà più difficile mantenere la sostenibilità di bilancio''. ''Aumentare il potenziale e' una priorità. Nelle economie avanzate e' necessario continuare a sostenere la domanda per bilanciare la protratta debolezza della crescita degli investimenti e dell'accumulo di capitale. Le riforme strutturali e un sostegno maggiore a ricerca e sviluppo sono essenziali. Nelle economie emergenti, una maggiore spesa per le infrastrutture e' necessaria e le riforme strutturali devono essere dirette a migliorare le condizioni dei mercati''.

Investimenti privati al palo, con crisi calati 25% - Gli investimenti fissi privati sono molto calati durante la crisi finanziaria. Una contrazione ''sintomo del debole contesto economico'' ma legata anche ai vincoli finanziari e all'incertezza politica che ha limitato gli investimenti in diverse economie, soprattutto nel sud dell'Europa. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nei capitoli analitici del World Economic Outlook, sottolineando che nelle economie avanzate gli investimenti fissi privati sono calati in media del 25% rispetto alle previsioni pre crisi.
   

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