Economia

Pensioni: da 2016 cresce età uscita, si studia flessibilità IL PUNTO

Redazione Ansa

Il Governo studia la possibilità di anticipare l'uscita verso la pensione a fronte di assegni previdenziali più bassi ma per molti il vantaggio potrebbe essere scarsamente percepito dato che proprio l'anno prossimo scatteranno nuovi aumenti dell'età per il collocamento a riposo.

L'ipotesi di interventi sulla legge Fornero in direzione di maggiore flessibilità rilanciata oggi dal neo presidente Inps, Tito Boeri è stata confermata come ''un'opzione'' dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che ha ricordato però i vincoli europei sui conti pubblici e la difficoltà di operare in un quadro molto delicato. Gli interventi dovrebbero arrivare nella prossima legge di stabilità e diventare operativi quindi nel 2016. Ma proprio per l'anno prossimo è previsto un aumento dei requisiti per il pensionamento a causa del nuovo adeguamento alla speranza di vita (4 mesi in più). Inoltre aumenta in modo significativo l'età minima per il pensionamento delle donne: nel settore privato nel 2016 potrà uscire chi ha almeno 65 anni e sette mesi (compresi i quattro dell'adeguamento alla speranza di vita) dai 63,9 del 2015; nel settore pubblico potranno uscire le donne con 66 anni e un mese a fronte dei 64 anni e 9 mesi attuali. Per gli uomini e per chi va in pensione anticipata (al momento 42 anni e sei mesi di anzianità contributiva per gli uomini, 41 anni e 6 mesi le donne) il requisito aumenta solo dei 4 mesi previsti per l'incremento della speranza di vita. E' previsto un aumento dell'età per il pensionamento anche per i cosiddetti ''salvaguardati'' ovvero gli esodati tutelati nelle sei salvaguardie intervenute dal 2012 ad oggi (oltre 170.000 persone, 64.000 delle quali hanno già avuto la pensione liquidata) per i quali sarà possibile uscire con i vecchi requisiti incrementati dalla speranza di vita.

La flessibilità in uscita verso la pensione a fronte di assegni più bassi - ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - ''è una delle opzioni''. Il tema degli interventi "è all'ordine del giorno e il punto di riflessione coinciderà con la prossima legge di stabilità". Il problema principale sarà quello di convincere l'Unione europea dell'utilità di un sistema più flessibile perché se in un primo momento la spesa è più alta in futuro ci saranno risparmi dato che gli assegni di chi ha anticipato l'uscita saranno più bassi. 

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