Economia

Migliora deflazione, a febbraio -0,2%

Istat: su mese prezzi tornano in crescita, +0,3%. Codacons e consumatori, ma crisi ancora grave

Redazione Ansa

L'indice dei prezzi al consumo cala a febbraio dello 0,2% rispetto al 2014, secondo la stima preliminare dell'Istat. La deflazione si attenua rispetto al mese precedente, quando aveva raggiunto il massimo dal 1959 (-0,6%), grazie alla "netta ripresa dei prezzi dei vegetali freschi"(+11,2%). Su base mensile i prezzi aumentano dello 0,3%.

I tecnici dell'Istat segnalano che questa crescita congiunturale dei prezzi è la più alta da un anno e mezzo (agosto 2013) e che ''l'inflazione di fondo, al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici raddoppia'' allo 0,6% (dallo 0,3% di gennaio su base annua). L'inflazione acquisita per il 2015 è -0,3%. Sull'andamento annuale dei prezzi incidono, oltre al rincaro dei vegetali, la crescita dei trasporti (+1,4%) e dei tabacchi (+3,7%) e il rallentamento del calo degli energetici non regolamentati (-12,8%).

Codacons, timidi miglioramenti ma è ancora emergenza  - L'andamento dei prezzi registrato dall'Istat a febbraio è, secondo il Codacons, ''un timido segnale di miglioramento che tuttavia non basta ad uscire dall'emergenza deflazione''. La riduzione della deflazione è dovuta, per l'associazione, unicamente al rincaro dell'ortofrutta per il maltempo e alla ripresa del petrolio. ''Questi sono i fattori che portano oggi l'inflazione al -0,2%, mentre ancora non si assiste ad una decisa ripresa dei consumi da parte delle famiglie in grado di riportare i prezzi fuori dalla deflazione'', commenta il presidente Carlo Rienzi.

Consumatori, migliora deflazione ma crisi ancora grave - L'Istat rileva ''un leggero miglioramento della deflazione'', ma Federconsumatori e Adusbef evidenziano ''la gravità della crisi che ancora attanaglia l'economia e che, purtroppo, ormai permea molti aspetti della vita quotidiana delle famiglie''. Le due associazioni ricordano che i consumi sono calati del 10,7% tra il 2012 e il 2014 con un taglio della spesa di 78 miliardi e sono stati intaccati persino acquisti vitali come quelli alimentari (-11,6%). ''Il governo non ha avviato gli investimenti necessari a far ripartire l'economia, né per il mercato del lavoro né per lo sviluppo e la ricerca. Ma è ovvio che in mancanza di interventi rapidi e incisivi su questi fronti, l'andamento dell'economia non potrà che peggiorare'', dichiarano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.


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